Siamo in un momento di grande cambiamento.Vendor, Telco e Ott puntano le grandi aziende

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Il mercato dell’Unified communication & collaboration è molto effervescente in questo periodo. Dopo i movimenti di quest’estate nel campo delle Tlc e i recenti casi come quello di BlackBerry, l’ultimo annuncio arriva da Siemens che diventa Unify adottando una nuova piattaforma per gestire le comunicazioni aziendali.

Siamo in un momento di disruptive innovation”, ha osservato Claudio Chiarenza, responsabile dell’Osservatorio Anfov sull’Ucc in occasione del consueto incontro organizzato a Smau dall’Associazione per la convergenza nei servizi di comunicazione, mentre Daniela Rao, vicepresidente Anfov e Tlc research director di Idc ha analizzato lo scenario competitivo dell’Unified communication “dove le funzioni di comunicazione one to one si fondono, perdono la loro caratteristica in termini di accessibilità e di apparati diversi e devono essere inglobate in un sistema unico senza confini e limitazioni legate al tipo di device, ai costi e al luogo in cui i soggetti si trovano”.

L’adozione di soluzioni Ucc riguarda per la maggior parte aziende medio grandi poiché le piccole realtà, puntando ad un risparmio dei costi e alla mobilità, utilizzano un approccio destrutturato. Si osserva inoltre che le grandi aziende stanno vivendo una trasformazione nelle loro comunicazione. Fino a poco tempo fa, infatti, i servizi video, voce, dati utilizzavano piattaforme con device e sistemi operativi diversi. “La mobilità è il driver di questa evoluzione – prosegue Rao -, ma centrale è il ruolo della voce. Sulla voce nessuno è disposto a fare sconti sulla qualità del servizio tanto che il 40% della spesa è dedicato alla qualità e gestione dei servizi voce fissi e mobili con una forte richiesta di efficienza”.

Per questo motivo System integration e consulenza sono importantissimi per le aziende che stanno affrontando questo percorso ed è praticamente impossibile vedere società che vanno a realizzare progetti che coinvolgono diverse funzionalità senza una grande partnership che assicuri questo tipo di attività.

Lo scenario complessivo in prospettiva è sicuramente molto affollato con vendor, telco, Ott impegnati su segmenti di mercato non sempre differenti. Questi soggetti si contendono soprattutto grandi aziende messe a dura prova dalla crisi, ma che hanno imparato a destreggiarsi, fare confronti su soluzioni diverse che implicano a volte scelte di discontinuità rispetto al passato con una maggiore attenzione rispetto a modalità e soluzioni nuove presenti sul mercato.

Nelle medie e grandi imprese, è la previsione di Daniela Rao, i servizi voce saranno gestiti in ambienti private cloud o in hosted Voip perché c’è bisogno di qualità e garanzia maggiore, “mentre la disponibilità al public cloud quando si parla di voce è piuttosto contenuta e prevale un atteggiamento cauto e conservativo”.

La domanda di social enterprise procede più lentamente rispetto al resto d’Europa mentre siamo più avanti rispetto a mobilità perché da sempre siamo più sensibili a questo tema visto che le piccole imprese hanno spese di mobilità doppie rispetto a quelle della rete fissa. La videocomunicazione trainerà ancora la domanda con una forte presenza del mondo degli Over the top.