
Video e data center sotto la spinta del cloud computing genereranno in cinque anni una moltiplicazione del traffico dati su base geografica e l’area più “calda” sarà quella delle reti metropolitane, dove l’aumento sarà sensibilmente maggiore rispetto ai grandi backbone. La conseguenza sarà la necessità di nuovi approcci e tecnologie per ri-organizzare il traffico e sostenere uno sviluppo ottimizzato dei nuovi servizi, con strumenti come router intelligenti, la convergenza di tecnologie ottiche di trasporto e IP, nonché di reti “software defined”, le SDN, che rappresentano un approccio più flessibile e potente rispetto alle soluzioni tradizionali.
Sono queste le conclusioni cui giunge lo studio Metro Network Traffic Growth: An Architecture Impact Study recentemente presentato dai Bell Labs di Alcatel-Lucent. In particolare, il traffico dati sulle reti “Metro” aumenterà nei cinque anni dal 2012 al 2017 di 5,6 volte, con un incremento medio cumulato annuo del 41%. L’aumento sarà determinato dal traffico video, stimato in aumento di 7,2 volte, pari a oltre il 48% annuo, mentre il traffico che interessa i data center, incluso il cloud computing, aumenterà di 4,4 volte, pari al 35% annuo.
Interessante è la stima che vede il traffico “locale” (quello appunto nell’area Metro, urbana, una città o parte di essa), crescere in misura decisamente superiore a quella che, viceversa, uscirà dalla Metro per passare attraverso le dorsali a lunga distanza. Sul totale del traffico “geografico”, la componente che resta all’interno delle reti metroopolitane oggi è valutato al 57% e raggiungerà una quota del 75% per il 2017. Pur aumentando di 3,2 volte (circa 26% annuo), scende viceversa dal 43 al 25% la parte di traffico che esce dall’ambito metropolitano per transitare sui grandi backbone.
In sostanza, il traffico dati si comporta come in un sistema di logistica di trasporto merci, nel quale i Tir – l’equivalente delle grandi dorsali o backbone – partono dai magazzini nazionali per consegnare le merci presso i depositi locali, da dove queste dove vengono distribuite dai furgoni che raggiungono i clienti in zona, in questo caso le reti Metro.
Il traffico Metro considerato comprende servizi come broadcast televisivo, TV time-shifted (possibilità di accesso a programmi già trasmessi), Video on Demand, Video Internet, servizi dati sul web, audio e video su reti mobili, varie forme di comunicazione (VoIP, video, posta elettronica, sistemi immersivi), file sharing, cloud residenziali e connessione tra data center.
Uno dei motivi della diversa dinamica tra backbone e metro va ricercata, secondo lo studio dei Bell Labs, nelle strategie adottate per la distribuzione dei contenuti video, che costituiscono la parte più “pesante” del traffico. Il traffico mobile, viceversa, rappresenta la componente più dinamica, ma in assoluto resta ancora minoritario. Con l’aumento dei contenuti video, cresce anche la tendenza a non adottare un modello centralizzato, basato su un unico “hub” di distribuzione nazionale, proprio per evitare un eccesso di trasmissione dal “magazzino centrale” all’utente finale, privilegiando invece una struttura “federativa”, nella quale i contenuti sono inviati ad archivi (“cache”) locali, quindi più vicini all’utente, e da qui vengono replicati in funzione delle richieste della clientela (si pensi alla distribuzione di filmati on demand). A questo riguardo, più “fine” è la granularità degli archivi (si parla in questo caso di “deep caching”), minore è il carico della rete.
Considerazioni di questo genere porteranno ad un ripensamento delle architetture di networking, proprio al fine di ottimizzare il traffico, migliorare la qualità del servizio e la “user experience”, riducendo nel contempo i costi. Tutto ciò porterà a sua volta a privilegiare un utilizzo e una distribuzione delle risorse (computing, storage, networking) in funzione di questi nuovi modelli, con cambiamenti nei flussi di traffico. Le conseguenze saranno il potenziamento del livello metro / edge dei router, una più stretta convergenza tra livello ottico e architettura IP, nonché un sempre maggiore orientamento verso le SDN o Software Defined Network.