Risultati migliori, tempi di attuazione più brevi e costi inferiori al previsto

Il cloud computing sta superando ogni aspettativa: i manager sono convinti che il modello aziendale del cloud abbia superato la fase di sperimentazione e stia per raggiungere un livello di maturità nel quale i benefici risultano superiori alle attese. Questo è quanto emerso dallo studio “The TechInsights Report 2013: Cloud Succeeds. Now What?” condotto da Luth Research e Vanson Bourne per conto di CA Technologies. L’indagine aveva l’obbiettivo di analizzare le modalità di impiego del cloud computing, i problemi incontrati, i successi raggiunti e l’evoluzione dell’utilizzo del modello cloud contestualmente alla maggiore esperienza acquisita dalla funzione IT.

Secondo i responsabili informatici di 452 organizzazioni con oltre 500 milioni di dollari di fatturato (che hanno implementato servizi cloud da almeno un anno), l’implementazione del cloud computing ha consentito di ottenere risultati migliori, tempi di attuazione più brevi e costi inferiori al previsto. La maggioranza degli intervistati si è dichiarata infatti soddisfatta o ha visto superate le proprie aspettative per tutti i modelli di servizio, inclusi Infrastructure as a Service (IaaS), Platform as a Service (PaaS) e Software as a Service (SaaS).

 

Sebbene i risultati dello studio siano essenzialmente sovrapponibili negli Stati Uniti, si è osservato che in Europa e in particolare in Italia (dove sono state analizzate 70 aziende), spiccano alcune differenze dal punto di vista della durata dell’esperienza e degli obiettivi complessivamente ricercati attraverso l’utilizzo del cloud. Gli statunitensi dimostrano di aver maturato maggior esperienza rispetto alle imprese europee: il 55% dei manager americani utilizza il cloud da tre o più anni, contro il 20% dei soggetti europei e il 13% degli italiani. La maggioranza dei responsabili IT europei (79%) e italiani (87%) ha infatti iniziato a implementare il cloud computing solo un paio d’anni fa.

Per quanto riguarda invece i benefici attesi, nell’indicare i primi tre obiettivi nei deployment IaaS, PaaS e SaaS, i responsabili europei e italiani hanno dato la preferenza alla “riduzione dei costi complessivi” (il 65% in Europa e il 74% in Italia), mentre i loro colleghi d’oltreoceano hanno evidenziato la “maggiore velocità d’innovazione” e una “migliore performance, scalabilità o resilienza dell’IT”. Questa differenza deriva probabilmente dal fatto che in America si erano concentrati maggiormente sui costi qualche anno fa. Infatti una volta implementato il cloud e dimostrato che contribuisce a migliorare la bottom line aziendale, la funzione IT si può dedicare all’innovazione e ad altri obiettivi più strategici come il miglioramento di performance e security. Proprio in questa direzione si evidenzia un punto di contatto tra Europei e Americani: anche se con importanza diversa, vi è per tutti la volontà di ottenere migliori performance e scalabilità dal cloud. Anche in Italia infatti il cloud è visto come un’opportunità per migliorare le performance dell’IT, in termini di scalabilità (per il 61% del campione interpellato) e per aumentare i livelli di sicurezza (32%).

 

L’indagine ha anche evidenziato come la sicurezza rimanga una questione controversa:se da una parte per circa il 98% degli intervistati il cloud abbia soddisfatto o superato le aspettative e che quasi un terzo creda che “la sicurezza si sia rivelato un problema minore del previsto”, quasi la metà degli intervistati (46%) ha indicato questo elemento come il motivo numero uno per non trasferire su cloud le applicazioni. Altre ragioni che bloccano il trasferimento di una App nel cloud sono legate alla privacy o problemi legali ma anche per ragioni riconducibili alla loro importanza per l’azienda (in Italia invece si da maggior importanza al costo). Infatti sebbene attualmente si possa trasferire quasi tutto sul cloud gli intervistati prediligono “spostare sulla nuvola” le attività di customer-facing e back office. Il 18% ha infatti affermato di non voler trasferire mai su cloud la security informatica mentre il 12% la gestione dell’IT. L’Europa risulta ancora una volta essere più conservativa rispetto agli Stati Uniti.

 

È stato infine osservato che gli investimenti stanziati per il cloud crescono più rapidamente nel caso di responsabili IT dotati di maggiore esperienza: la probabilità di incrementare di oltre il 30% la voce di spesa allocata nel 2013 al cloud è quasi sei volte più alta (34% vs. 6%) per le aziende che utilizzano il cloud computing da quattro o più anni. I manager statunitensi in particolare hanno in progetto di aumentare maggiormente gli investimenti rispetto ai loro colleghi europei e italiani.

 

La ricerca ha quindi delineato un quadro positivo per l’adozione del cloud computing. Le aziende intenzionate ad orientarsi verso questa direzione per beneficiare dei numerosi vantaggi ottenibili dal cloud devono focalizzarsi preventivamente sulla gestione della nuvola stessa secondo quanto affermato dalle imprese che hanno implementato questa tecnologia da diversi anni.