Kingston ha individuato 3 aspetti della nostra vita quotidiana che sono stati profondamente modificati grazie a tecnologie che si basano (anche) sui data center

data center

Comprendere cos’è e come funziona un data center, per i non addetti ai lavori, è sicuramente complesso, per non dire impossibile: eppure, queste strutture atte alla conservazione e all’elaborazione dei dati, all’apparenza fredde e senz’anima, negli ultimi decenni hanno giocato, e continuano a giocare, un ruolo cruciale nello sviluppo tecnologico globale – e, di riflesso, nelle vite di tutti noi.

I primi data center come li intendiamo oggi nascono solo negli anni ‘90: in quel periodo, Internet stava conquistando rapidamente le masse e il fabbisogno di dati cresceva in modo esponenziale. In sole tre decadi, la diffusione dei data center, condizione necessaria per la rivoluzione digitale, ha impattato profondamente non “solo” sul business e sulle operation delle aziende di tutto il mondo, ma anche, più o meno indirettamente, sulla nostra sfera personale. La potenza di calcolo dei data center ha infatti permesso di diminuire drasticamente i tempi necessari per compiere un’infinità di azioni e processi, regalandoci più spazio da dedicare ad attività a maggior valore aggiunto. Ma, soprattutto, ha contribuito ad abbattere le barriere e le distanze tra noi e le persone che amiamo, permettendoci di comunicare istantaneamente con chiunque, in qualsiasi parte del mondo, con un semplice click: come avremmo affrontato, altrimenti, questo periodo di forzato isolamento sociale?

Con questa consapevolezza, Kingston Technology, specialista mondiale nella produzione di memorie e nell’offerta di soluzioni tecnologiche, ha individuato 3 degli innumerevoli aspetti della nostra quotidianità che sono stati stravolti grazie a tecnologie che si basano (anche) sull’utilizzo dei data center.

1. La socializzazione

Il primo e più importante cambiamento è stato, appunto, nelle interazioni sociali: volenti o nolenti, soprattutto nell’ultimo anno, non abbiamo potuto fare a meno della tecnologia per interagire con chi amiamo. Trent’anni fa, se volevamo parlare con un amico e sapere cosa succedeva nella sua vita, le uniche opzioni erano incontrarlo di persona o ripiegare su costosissime telefonate (solo i più “nerd” avevano già un indirizzo e-mail). Nel 2021, invece, quando vogliamo dialogare con le persone a cui teniamo, “spiare” i conoscenti o conoscere nuove persone, possiamo scegliere di farlo attraverso una vasta gamma di social media. La maggior parte di questi ha alle sue spalle solidi data center. Facebook, ad esempio, ne ha diversi dislocati in tutto il mondo: da quello più a nord, tra i ghiacci della Lapponia svedese, ai tropici di Singapore, passando per il deserto del New Mexico.

2. L’accesso ai servizi pubblici

Negli ultimi anni, la pubblica amministrazione ha fatto passi da gigante, in termini di digitalizzazione. Negli anni ’90, per qualsiasi pratica bisognava prendere un permesso dal lavoro e recarsi fisicamente negli uffici e nelle sedi preposte. Oggi, invece, molte operazioni possono essere comodamente gestite online e il tempo risparmiato può essere dedicato ad attività più stimolanti. Un esempio virtuoso è l’INPS, la prima amministrazione pubblica italiana a digitalizzare i propri processi che, per erogare servizi essenziali come Bonus Bebè, prestazioni pensionistiche, malattia e disoccupazione, cassa integrazione e Reddito di Cittadinanza, si avvale di oltre 10mila metri quadrati dedicati agli strumenti informatici, 4mila server, 900mila tabelle su database di produzione, 3.500 applicazioni, 23,2 petabyte di spazio disco, 360 milioni di righe di codice software.

3. L’allenamento

C’era una volta la palestra. Da ormai un anno, invece, per effetto della pandemia, abbiamo dovuto rinunciare a qualsiasi forma di allenamento di gruppo. L’attività motoria in solitaria è sempre possibile, anche fuori casa, ma l’uomo è un’animale sociale e può sentire il bisogno di interfacciarsi con i suoi simili anche quando pratica sport. Per questo, molti istruttori hanno continuato a seguire i propri allievi attraverso classi speciali organizzate grazie a piattaforme di videoconferenza e streaming. Se, si spera, torneremo prima o poi ad allenarci tutti insieme, non si esclude che, negli anni a venire, gli strumenti tecnologici che ci hanno accompagnato in questi mesi continueranno ad avere un ruolo rilevante anche in futuro. La più utilizzata, anche in questo settore, è Zoom, che non potrebbe offrire i propri servizi senza una rete capillare di data center sparsi per il mondo.

“I data center sono oggi uno strumento essenziale per fare business, in qualsiasi settore. Una necessita acuita dalla pandemia e dal ricorso di massa allo smartworking, che non può prescindere dall’appoggiarsi su un sistema di server solido e sicuro. Ma è sorprendente notare l’impatto indiretto che queste strutture hanno avuto anche nei diversi aspetti della nostra vita extra-lavorativa” commenta Stefania Prando, Business Development Manager di Kingston Technology. “Insomma, il mondo oggi non può fare a meno dei data center, e continuerà ad averne ancora più bisogno in futuro, con i nuovi scenari che si apriranno grazie a 5G ed edge computing, ad esempio in termini di IoT, smart city, veicoli a guida autonoma e telemedicina”.

Proprio per questo motivo Kingston offre una gamma di SSD e memorie per server in continua evoluzione, in grado di soddisfare direttamente qualunque esigenza di archiviazione, gestione e accesso istantaneo a grandi volumi di dati in database tradizionali e infrastrutture big data.