Il panorama resta comunque incerto a causa dell’emergere delle Bigtech e delle difficoltà delle aziende tradizionali

World Payments Report 2018

Capgemini e BNP Paribas presentano il World Payments Report 2018, che evidenzia come i mercati in via di sviluppo stiano trainando la crescita dei pagamenti digitali.

Tuttavia il panorama dell’innovazione per quanto riguarda i pagamenti è incerto, con le BigTech che fanno sentire il loro peso all’interno del settore e le aziende tradizionali che devono affrontare la complessità tecnica e normativa legata allo sviluppo di nuove partnership per i pagamenti con le FinTech.

Dal report si evince che le iniziative promosse dalle banche non saranno sufficienti per far crescere il comparto dei pagamenti. Una più ampia community di attori attivi nei servizi finanziari – che include aziende del settore pubblico, enti regolatori e terze parti – deve necessariamente definire il proprio nuovo ruolo nel mercato e collaborare con i principali utenti dell’area dei pagamenti, al fine di assicurare uno sviluppo lineare, bilanciato e forte dell’ecosistema.

I mercati in via di sviluppo trainano la crescita dei pagamenti digitali

Il report stima che le transazioni digitali raggiungeranno un CAGR (compound annual growth rate) del 12,7% entro il 2021, dopo aver riportato una crescita del 10,1% nel periodo 2015-2016, quando i volumi delle transazioni non in contanti hanno toccato i 482,6 miliardi.

A guidare l’incremento delle transazioni digitali sono i paesi in via di sviluppo, con Russia (CAGR al 36,5%), India (33,2%) e Cina (25,8%) che hanno riportato il più alto tasso di crescita nel periodo 2015-2016. I mercati più maturi, invece, mantengono una crescita stabile, superiore al 7%.

Si stima che i mercati in via di sviluppo registreranno un CAGR del 21,6%, trainato dalla performance dei mercati emergenti asiatici, che nei prossimi 5 anni raggiungeranno una crescita del 28,8%. Entro il 2021, i mercati in via di sviluppo dovrebbero rappresentare circa la metà delle transazioni digitali a livello mondiale, superando per la prima volta i mercati maturi, che attualmente hanno una quota di mercato del 66,3%.

Le BigTech stanno aprendo i loro portafogli elettronici

L’evoluzione dirompente del mercato dei pagamenti sta accelerando, con nuove tecnologie che prendono piede e BigTech e FinTech che fanno sentire il loro peso sul mercato.

In particolare, stiamo assistendo ad un’ascesa degli e-wallet che rappresentano un’enorme opportunità di mercato per i provider di pagamenti non tradizionali. Nel 2016, i portafogli elettronici rappresentavano l’8,6% delle transazioni non in contanti (un volume di 41,8 miliardi), 71% dei quali è stato favorito da provider BigTech.

L’innovazione si scontra con la complessità

Nonostante l’evoluzione del comparto stia accelerando, accompagnata da un elevato incremento di nuovi player sul mercato, persistono delle sfide tecniche e normative che impediscono lo sviluppo di ecosistemi di pagamento innovativi, uniti alle attese legate all’attuale livello di sicurezza. Solo il 38% dei dirigenti bancari intervistati ha affermato di “avere in programma di diventare un punto di riferimento” all’interno del nuovo ecosistema dei pagamenti.

“Data la crescente domanda di pagamenti digitali, soprattutto nei mercati in via di sviluppo, alcune banche potrebbero rivedere la loro decisione di non voler occupare un ruolo di primo piano nel nuovo ecosistema emergente dei pagamenti”, ha affermato Monia Ferrari, Banking Sector Director, Capgemini Business Unit Italy. “Grazie alla loro significativa quota di mercato nel settore dei pagamenti e all’implementazione di nuove tecnologie, le banche si trovano in una posizione strategica per guidare il mercato. Possono anche creare nuovi flussi di entrate attraverso relazioni innovative e collaborative con le FinTech, oltre a partecipare attivamente nella più ampia community dei servizi finanziari.”

Come le banche, anche i tesorieri aziendali dovrebbero ridefinire il proprio ruolo nel nuovo ecosistema dato che desiderano servizi a valore aggiunto che siano sicuri, efficienti, affidabili e globali e quindi potrebbero co-progettare questi servizi insieme alle banche.

“Anche i grandi utenti del settore dei pagamenti sono una componente chiave nell’evoluzione dell’innovazione del settore. Senza la loro partecipazione, i provider di servizi di pagamento stanno perdendo un’opportunità fondamentale per definire nuove offerte di transazioni bancarie, come l’aggregazione di cassa, la previsione di cassa e la tesoreria automatica”, ha dichiarato Bruno Mellado, Head of International Payments and Receivables di BNP Paribas. “Queste offerte potrebbero offrire alle tesorerie aziendali dei mezzi per andare oltre un ruolo tattico o operativo e dirigersi verso una posizione più strategica per le proprie aziende.”

Fattore indicativo della complessità dell’innovazione nel mercato dei pagamenti è il fatto che molti intervistati hanno affermato che l’utilizzo di infrastrutture di pagamento in real-time fosse ostacolato dalla mancanza di interoperabilità tra gli schemi2 (per il 74,1% dei dirigenti) e da una scarsa standardizzazione per l’autorizzazione e l’utilizzo dei dati (59,3%).

Per quanto riguarda la tecnologia DLT (Distributed Ledger Technology), tra i fattori che limitano l’implementazione della tecnologia, l’85,9% degli intervistati ha evidenziato la mancanza di interoperabilità, l’83,1% la mancanza di chiarezza normativa e il 77,1% di scalabilità.

Inoltre, il report evidenzia che le principali iniziative normative e industriali (key regulatory and industry initiatives, KRII) possono creare dei conflitti che si diffondono dal livello regionale a quello globale. Le KRII pongono sfide, sia a livello di implementazione sia operative, che potrebbero ostacolare la transizione verso nuovi ecosistemi di pagamento. Ne sono un esempio i conflitti con la quinta direttiva antiriciclaggio (Fifth Anti-Money Laundering Directive, 5AMLD) e la PSD2, così come con la GDPR e la PSD2.