Dal 2010 sono stati investiti oltre 50 miliardi di dollari in più di 2500 startup innovative del settore

European FinTech Market Outlook

Se fino a qualche anno fa sembrava un’assoluta novità, oggi quello delle Fintech è un mercato in evoluzione che si avvia verso una fase di maturità” ha dichiarato Maurizio Pimpinella, Presidente dell’Associazione Italiana Istituti di Pagamento e di Moneta Elettronica – A.I.I.P., in occasione di Fintech-Up, Meet-up del settore Fintech avvenuto a Milano il 30 novembre.

Alla presenza degli altri relatori, Antonio Lafiosca, COO, Borsa del Credito, Francesco Zola, Head of Sales, Moneyfarm ed Umberto Piattelli, Partner, Osborne Clarke, Pimpinella ha proseguito dicendo: “Dal 2010 sono stati investiti oltre 50 miliardi di dollari in più di 2500 startup innovative del settore: sono aziende che spesso ridefiniscono le modalità con cui effettuiamo pagamenti, gestiamo le nostre finanze, risparmiamo e ci interfacciamo con il mondo bancario. Dunque impattano fortemente aspetti concreti della vita degli individui. Basti pensare che solamente dal 2014 al 2015 gli investimenti in Fintech sono cresciuti del 75%, per un ammontare di 22,3 miliardi di dollari. Quanto ai digital payment sono due le principali declinazioni nello scenario Fintech: da un lato, pagamenti Retail, dall’altro, pagamenti Corporate”.

Dunque, ha approfondito: “Il primo di questi è in una fase di maturità: molte startup si sono occupate infatti di cercare metodi per rendere più fluide le procedure di incasso e pagamento B2C, adesso però il mercato con maggior margini di crescita è proprio quello B2B,ovvero dei pagamenti Corporate. Un recente esempio italiano può essere la startup Card Tech, di Udine: Crédit Agricole FriulAdria si impegna a sostenere questa Fintech dedita alla diffusione di nuove carte di pagamento che incorporano sistemi di sicurezza biometrici”.

Il fenomeno Fintech presenta anche risvolti sociali: “c’è una vera rivoluzione rosa in atto. A causa dell’ambiente tipicamente sessista alla “Old Men’s Club” della finanza, moltissime donne trovano nelle Fintech un terreno migliore in cui competere ed esprimersi. Già nel 2013 un report di PwC mostrava come a livello globale solamente il 19% delle donne riusciva a raggiungere posizioni senior nel comparto dei financial services. Un dato sorprendente, se pensiamo che sono proprio le aziende con donne nel board ad ottenere performance migliori delle corrispettive con un board di soli uomini, in base ad una ricerca di Credit Suisse effettuata su 3000 aziende. Molte donne infatti danno la prova di essere autentiche “consensus-builder” e di concentrarsi su obiettivi di lungo termine: entrambe doti fondamentali per gestire Fintech di successo. Esempi interessanti di Fintech “al femminile” possono essere Yandex, russa, proprio incentrata sui digital payment, Stocard, la più grande App Wallet al mondo che libera il portafoglio dalle carte fedeltà, che annovera come Country Manager in Italia Valeria Santoro, e l’americana Kabbage, in cui il core business sono linee di credito per piccole e medie imprese”.

Concludendo, Pimpinella insiste ancora sull’importanza della cooperazione nel settore: “Ritengo che sia necessario valutare la posizione dell’intero ecosistema Fintech in relazione con le banche: spesso si è parlato di rivali, in grado di spodestare le banche. Inutile sottolineare quanto questa visione sia distante dalla realtà e poco adatta a produrre risultati: è necessaria una piena collaborazione tra Fintech e banche per raggiungere il successo, come molti esempi virtuosi testimoniano. A questo binomio va aggiunta la componente istituzionale e politica: si devono creare le basi normative e l’opportuno clima culturale affinché i rapporti tra banche e Fintech, ed i conseguenti benefici per i cittadini, siano duraturi nel tempo”.