Nonostante il rapido e costante aumento della diffusione del ransomware, il 33% degli utenti afferma di non effettuare alcun backup

Domani si celebrerà il World Backup Day: alla vigilia dell’evento dedicato a sottolineare l’importanza della protezione dei dati aziendali, Acronis prevede che il 2018 segnerà un ulteriore record negativo per il numero di attacchi informatici e di incidenti con perdita di dati, a causa della crescente raffinatezza degli attacchi, del proliferare delle famiglie di ransomware e della scarsa consapevolezza della minaccia tra gli utenti.

Una nuova indagine sulla protezione dei dati commissionata da Acronis rivela che oltre il 60% degli intervistati non ha mai sentito parlare del ransomware, una minaccia costosa che secondo le stime nel 2019 inciderà per oltre 11 miliardi di dollari (lo scorso anno erano 5 miliardi). Nel 2017, il numero delle varianti di ransomware è aumentato del 46% e questo ha reso più difficili la prevenzione e il rilevamento. Gli esperti di sicurezza prevedono che questa minaccia informatica continuerà a diffondersi. Se quest’anno veniva colpita un’azienda ogni 40 secondi, nei prossimi due anni la frequenza degli attacchi scenderà a 14 secondi, e questo senza contare gli attacchi ai privati, che sono molto più frequenti. Acronis lancia un avvertimento: solo una soluzione di backup sicura e di alta qualità con protezione proattiva dal ransomware integrata può prevenire le perdite di dati e mettere al sicuro i dispositivi.

Se non si sa che cosa è il ransomware e come evitare di restarne vittime, il costo per privati e aziende potrà solo aumentare. I criminali che si servono del ransomware hanno perfezionato le tecniche di ingegneria sociale e continuano ad approfittare delle falle nella sicurezza che permettono di aggirare gli antivirus tradizionali, incapaci di rilevare questo tipo di attacchi. Secondo il Ponemon Institute, il 69% delle aziende non ritiene che l’antivirus utilizzato sia in grado di bloccare le minacce in circolazione.

Inoltre, da quando i criminali informatici si sono resi conto dell’efficacia dei backup nello sventare i loro attacchi, molti nuovi ceppi di ransomware hanno iniziato a prendere di mira i file e il software di backup. Il 62% degli intervistati non sapeva che il ransomware può crittografare i file e i backup. Ma il dato più sconcertante è che il 33% non fa alcun backup dei dati.

“Il ransomware è un killer silenzioso di tutte le informazioni che vengono scambiate nel mondo. I recenti attacchi ransomware in serie hanno dimostrato che aziende e istituzioni di tutto il mondo avevano sottovalutato questa minaccia sempre più diffusa. Ciò che desta preoccupazione è soprattutto il fatto che le vittime sono disposte a pagare un riscatto piuttosto che proteggere in modo proattivo i loro sistemi e dispositivi. Tuttavia, il diffondersi di questa minaccia ha obbligato società come Acronis a sviluppare tecnologie innovative per consentire ad aziende e privati in tutto il mondo di far fronte agli attacchi ransomware.” Robert Westervelt, Research Director, Security Products, IDC.

All’inizio di questo mese, Acronis ha condotto un’indagine tra i consumatori sulla protezione dei dati, interrogando utenti generici di internet in sette paesi. L’indagine rivela che quasi il 39% degli intervistati ha in casa quattro o più dispositivi, e quindi aumentano gli endpoint e i dati da proteggere; inoltre, più del 29% degli intervistati ha subito una perdita di dati.

Consigli per il World Backup Day

Acronis consiglia quattro semplici mosse per proteggere i dati:

  • Avere sempre un backup dei dati importanti. Archiviare i dati sia in locale che su cloud.
  • Mantenere sempre aggiornato il sistema operativo e il software, per impedire ai criminali informatici di entrare nel sistema sfruttando eventuali vulnerabilità note.
  • Fare attenzione alle e-mail, ai link e agli allegati sospetti. Il metodo di infiltrazione più efficace utilizzato dal ransomware è spingere gli utenti ad aprire allegati e-mail infetti e a fare clic su link che rimandano a siti web dannosi.
  • Installare un software antivirus sul computer e abilitare gli aggiornamenti automatici delle definizioni dei virus. Per chi usa un PC, controllare che Windows Defender sia abilitato e aggiornato.