Il ricavato della campagna promossa da Weart è destinato allo sviluppo di prodotti di Virtual e Augmented Reality, attraverso la tecnologia aptica, ovvero focalizzata sulla trasmissione di sensazioni tattili.

Weart

Weart, società del Gruppo e-Novia che sviluppa prodotti indossabili e portatili per la digitalizzazione del senso del tatto, lancia la sua prima campagna di equity crowdfunding su BacktoWork, la piattaforma italiana, partecipata da Intesa Sanpaolo, che favorisce l’investimento in startup, PMI e progetti real estate da parte di investitori privati e professionali. Attraverso la campagna, rivolta sia agli investitori istituzionali sia a quelli retail, l’impresa punta a una raccolta del valore massimo di 2,5 milioni di euro.

L’obiettivo di Weart? Portare avanti il suo piano di crescita industriale, che prevede lo sviluppo di prodotti ed esperienze sempre più sofisticati nell’ambito della Virtual e Augmented Reality per il mondo corporate e per i produttori di contenuti multimediali.

Weart è nata alla fine del 2018 da un’idea dei tre co-fondatori – Giovanni Spagnoletti, Guido Gioioso e il Professore Ordinario dell’Università di Siena, Domenico Prattichizzo – ed è il risultato della collaborazione tra e-Novia, l’Università di Siena e l’Istituto Italiano di Tecnologia. Le ricerche svolte dai co-fondatori riguardano lo sviluppo di tecnologie tattili all’avanguardia e la creazione di interfacce aptiche uomo-macchina che oggi sono sempre più utilizzate nella realtà virtuale, nella realtà aumentata e nella robotica, e che in futuro abiliteranno nuove forme di interazione e comunicazione tra utenti remoti e di fruizione dei contenuti digitali.

Weart ha realizzato il TouchDIVER, un dispositivo indossabile in grado di riprodurre le sensazioni tattili percepite quando si tocca un oggetto, al fine di arricchire l’esperienza di fruizione dei contenuti multimediali. Si tratta dell’unico dispositivo sul mercato in grado di applicare sulla pelle dell’utente una combinazione di forze, vibrazioni e stimoli termici (dai 18°C ai 42°C). Le interfacce indossabili di Weart consentono all’utente di avere un’interazione naturale con il mondo virtuale, dandogli l’opportunità di usare le proprie mani per interagire con oggetti e superfici digitali. Gli stimoli tattili amplificano in questo modo il realismo dell’interazione e il coinvolgimento degli utenti durante un’esperienza di Virtual o Augmented Reality.

Al giorno d’oggi la digitalizzazione delle esperienze è resa necessaria in specifiche applicazioni professionali, come il training medicale e industriale: un chirurgo può addestrarsi a eseguire una particolare operazione in una sala operatoria completamente virtuale e fruibile attraverso un visore, simulando l’interazione con il corpo di un paziente attraverso strumenti e attrezzature chirurgiche ricostruite in 3D. E non si parla solo di training: le applicazioni di realtà virtuale e aumentata consentono di provare, toccandolo, un prodotto che ancora non è stato fabbricato, abilitano sessioni di progettazione cooperativa di prodotti e di spazi o esperienze di marketing altamente immersive. In questo contesto si inserisce WEART che con il suo TouchDIVER risolve le difficoltà di condivisione e collaborazione tra persone distanti.

Il TouchDIVER trova applicazione anche nel settore, in forte crescita, degli NFT e delle opere d’arte digitali che veicolano. Il dispositivo introduce il senso del tatto nella creazione e nella fruizione di queste nuove forme d’arte, opere che altrimenti rimarrebbero confinate a uno schermo, percepibili solo attraverso vista e udito. L’uso e la produzione di asset digitali, e il mercato dell’Extended Reality (o Metaverso), sono in forte accelerazione negli ultimi mesi soprattutto grazie all’azione di Meta e delle altre Big Tech.

Siamo soddisfatti di avere lanciato questa campagna di crowdfunding con BacktoWork”, riporta Guido Gioioso, co-Fondatore di Weart, “perché riteniamo sia un passo importante per continuare a evolvere come società, rendendoci sempre più competitivi e distintivi sul mercato di riferimento e per investire in ricerca, innovazione e competenze”.