L’80% degli italiani si aspetta che la PA fornisca informazioni tramite i social network; non ci si aspetta un linguaggio istituzionale, ma semplice e colloquiale

PAsocial Day: la nuova comunicazione della PA

Lo scorso 18 giugno, il nostro paese ha dato vita a un evento unico nel suo genere a livello internazionale sui temi della nuova comunicazione, organizzato e promosso dall’associazione PA Social: il PAsocial Day, che si è svolto contemporaneamente in 18 città. PA social è la prima associazione italiana dedicata allo sviluppo della nuova comunicazione portata avanti attraverso social network, chat, tutti gli strumenti innovativi messi a disposizione dal web.

Diversi i temi: dalle fake news a comunicare trasparenza e legalità, l’educazione con i social, Big Data e Open Data, musei e cultura, turismo. Informare e comunicare, contenuti e strumenti per i piani editoriali della PA, ambiente, sanità, qualità della vita, mobilità e sviluppo sostenibile. E poi semplificazione, fondi europei, strumenti di partecipazione e innovazione per la valorizzazione del patrimonio archeologico e culturale. Comunicazione pubblica e networking, comunicare l’innovazione sul territorio, comunicazione e valorizzazione dei beni culturali per l’industria del turismo. Nuove professioni e organizzazione di comunicazione e informazione, comunicare sviluppo e comportamenti sostenibili, digital education e digital community nella PA, fino alla Comunicazione in Emergenza.

Durante la moderazione dell’evento dedicato a Mobilità Sostenibile nell’era digitale, che si è svolto in occasione del #Pasocialday Veneto nel comune di Padova, Francesca Anzalone, esperta di comunicazione digitale e membro del Comitato Scientifico dell’Osservatorio Nazionale sulla Comunicazione Digitale diretto da Livio Gigliuto, ha avuto modo di condividere i dati di un’indagine condotta da Istituto Piepoli per l’Osservatorio e PAsocial. Si tratta di un’anticipazione dei dati che saranno distribuiti a settembre sia con una pubblicazione sia con un evento. L’Osservatorio è diretto da Livio Giugliuto e nasce dalla lunga collaborazione tra Istituto Piepoli e Pasocial con l’obiettivo di monitorare, analizzare e fare ricerca sull’impatto del digitale sulla società contemporanea.

“L’opinione degli italiani rispetto all’uso dei social network e chat nella distribuzione delle informazioni da parte delle PA, del linguaggio da utilizzare e del tipo di dialogo da instaurare“ è il titolo dell’indagine di opinione pubblica. A rispondere il 53% sono donne di età compresa per il 37% tra i 35 e i 54 anni, un altro 37% sopra ai 54 anni e per il 26% dai 18 ai 35 anni. Il restante 47% sono uomini della stessa fascia di età.

Che cosa ne pensano gli italiani rispetto all’uso dei social network e chat nella distribuzione delle informazioni da parte dalla PA? Che tipo di linguaggio si aspettano? E cosa si aspettano dal dialogo con le PA sui social network (FB, Twitter, Instagram…) e in chat WhatsApp, Messenger?

8 italiani su 10 ritengono utile che la PA dia informazioni e servizi tramite i social (78% lo definisce utile). Un altro aspetto importante che emerge è che i social non sono più “mezzi da giovani” il 72% degli over 54 intervistati li definisce utili.

Anche il linguaggio subisce una trasformazione, non ci si aspetta un linguaggio istituzionale, ma per il 59% un linguaggio semplice e colloquiale, anche con utilizzo di immagini e video.

Infine, interessante è anche l’aspetto legato alla tipologia di dialogo tra PA e cittadino. Il 32% degli intervistati opta per un dialogo costante e aperto tranne in caso di hating. “Che rispondano sempre, tranne quando ci sono insulti o messaggi fuori contesto”, a cui si aggiunge un 31% che opta per risposte informative che rispondono solo per dare informazioni.

“La cittadinanza si aspetta dalla PA dialogo costante – afferma Francesca Anzalone. L’indagine svolta ha restituito una fotografia di una società in cambiamento, in cui il digitale non è prerogativa dei giovani, ma fanno parte della nostra società trasversalmente. La PA dialoga in maniera semplice e diretta, utilizza anche immagini e video. Ma soprattutto fornisce informazioni senza lasciarsi trascinare in “hating” e comunicazioni negative.”