Comodità, trasformazione digitale e cambiamento demografico sono tra gli elementi principali alla base del boom dei pagamenti non cartacei

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Quali sono i principali driver del trend dei pagamenti cashless?

  1. Comodità

    Il tema dei pagamenti non cartacei rappresenta il classico scenario in cui la tecnologia è un fattore di “praticità”. Il passaggio dai pagamenti in contanti ai pagamenti digitali è sostenuto dal passaggio dai contanti alle carte di debito e di credito. Questo si abbina all’adozione di tecnologie più nuove, come Apple Pay, nelle economie sviluppate, mentre i Paesi in via di sviluppo stanno adottando rapidamente i pagamenti mobili.

    Al di là del risparmio di costi e tempi per gli utenti, i pagamenti elettronici sono più affidabili e sicuri, flessibili e sempre disponibili.

  2. Trasformazione digitale

    È il risultato della convergenza dei trend tecnologici. La tecnologia sta creando nuovi processi di business e adeguando quelli esistenti, migliorando l’esperienza del cliente e modificando il modo in cui facciamo praticamente qualsiasi cosa nella nostra vita. Uber è più comodo che fermare un taxi con la mano, lo shopping online sta crescendo 5 volte più veloce della spesa complessiva nel retail, e l’intrattenimento su Netflix ci arriva in streaming quando preferiamo invece che essere trasmesso in diretta. Tutte queste attività richiedono pagamenti digitali.

    I pagamenti sono cambiati più negli ultimi 10 anni che in tutti i precedenti 300. Questo perché potenti trend tecnologici convergono con uno scenario demografico favorevole. Negli ultimi 20 anni circa la metà del mondo si è connessa su internet grazie a uno smartphone, mentre il cloud pubblico ha consentito a nuove società di pagamento come Square e Stripe di crescere più rapidamente senza bisogno di una loro capacità di archiviazione o di calcolo.

  3. Tendenze demografiche

    I cambiamenti demografici stanno incentivando l’adozione della tecnologia. In particolare, i ‘nativi digitali’ che sono cresciuti con la tecnologia, e per i quali la tecnologia fa parte dell’esistenza e del modo di vivere. Entro l’anno prossimo, i millennials e la Gen Z costituiranno più del 59% della popolazione: non vogliono passare tempo in coda in banca, apprezzano la comodità, cercano prodotti e servizi che siano perfettamente in linea con la loro vita, e non si fidano delle grandi banche.

Perché il pagamento cashless sta diventando sempre più diffuso tra i consumatori, per esempio nei mercati emergenti?

La proliferazione del telefono cellulare: metà del mondo è attualmente online

Mancanza di infrastruttura/sistema bancario esistente: in Africa e in India, i consumatori che in passato non avevano accesso a servizi bancari stanno bypassando del tutto le banche tradizionali

Tendenze demografiche: metà dei pagamenti digitali internazionali proviene attualmente dalla Cina, l’uso dei contanti e delle carte di credito è in calo, sostituito da codici QR

Sostegno statale: l’India ha annunciato nel 2016 la demonetizzazione del paese, e una delle motivazioni era la spinta verso i pagamenti digitali. Due anni dopo, il volume dei pagamenti digitali è raddoppiato. In India e in Cina è anche disponibile l’autenticazione biometrica – i cittadini sono meno interessati alla privacy e più alla sicurezza, di conseguenza constatiamo un maggior utilizzo delle tecniche di riconoscimento facciale nei mercati emergenti.

Il modello di business delle società di servizi di pagamento è minacciato da prodotti concorrenti di Apple, Alphabet e Facebook? Quali sono le probabilità di successo per i nuovi operatori?

La possibilità di rischio/successo varia di regione in regione e dipende dall’infrastruttura esistente. Le aziende tecnologiche statunitensi e britanniche uniscono sempre di più le forze con le società finanziarie esistenti; Apple Pay e Google Pay utilizzano i tradizionali binari di pagamento di Mastercard e Visa e la struttura dei conti bancari esistente – ma sostituiscono il nostro portafoglio e la plastica con il telefono. Apple ha lanciato una carta di credito con Goldman Sachs commercializzata e ideata da Apple, non da una banca. È stato progettato per ridurre l’interesse che le persone pagano – insolito per una banca.

La Cina è diversa. Alibaba è un esempio, attraverso Ant Financial, di come le società tecnologiche stiano rivoluzionando i servizi finanziari. L’automazione dei pagamenti e i nuovi metodi di pagamento coincidono con l’enorme sconvolgimento del retail e dell’e-commerce che ha ancora una penetrazione insufficiente negli USA. Ant Financial ha raccolto 14 miliardi di dollari USA con una valutazione di 150 miliardi di dollari lo scorso anno, superiore a quella di Barclays, Lloyds e Royal Bank of Scotland insieme. La valutazione di Ant è stata sostenuta dal fatto che l’azienda ha già rivoluzionato il settore finanziario cinese (Alipay) e ha una grossa partecipazione in Paytm in India.

La tecnologia della blockchain e la criptovaluta hanno il potenziale per essere ancor più rivoluzionari, nel lungo periodo. Le criptovalute, come i Bitcoin sono stati generalmente molto volatili, non largamente accettati e non regolamentate. Nel giugno di quest’anno Facebook, insieme ai suoi 28 partner tra cui Mastercard e Visa, ha annunciato la proposta di creare una criptovaluta denominata Libra, che punta a portare nel mondo digitale la popolazione senza un conto in banca, facendo diventare l’invio di denaro facile come mandare un messaggio su WhatsApp. Con oltre 2 miliardi di utenti Facebook, Libra potrebbe subito raggiungere più della popolazione di Cina, USA ed Europa messe insieme. Libra non è interamente decentralizzata e sarà comunque basata sul valore di un paniere di monete esistenti – per cui mira ad essere più stabile. Non è una pura tecnologia blockchain ma è più evoluzionistica che rivoluzionaria. Libra tuttavia deve far fronte a molti ostacoli normativi e il minuzioso esame a cui è stata sottoposta ha indotto molti partner a prenderne le distanze.

Riteniamo che la proposta di Libra avanzata da Facebook sia stata un catalizzatore apprezzato per un ampliamento del controllo normativo, con le banche centrali come quella cinese e svedese e la BCE che adesso stanno valutando una propria versione di valuta digitale. La tecnologia della blockchain non necessita di un’autorità centrale per cui il rischio per le banche centrali è che ne indebolisca il controllo sull’offerta di denaro, o l’uso di sanzioni economiche. Il secondo problema è la privacy, che può essere regolamentata, ma privacy e sicurezza nazionale hanno spesso esigenze in conflitto o contrastanti.

Quali criteri sono decisivi per la selezione degli asset corrispondenti per Janus Henderson Global Tech?

La strategia d’investimento Global Technology di Janus Henderson, basata in Regno Unito, mira a offrire agli investitori un’esposizione alle forti tendenze tematiche che muovono il settore tecnologico. È una strategia bottom‑up, attenta all’indice, focalizzata, che cerca di offrire rendimenti costanti ponderati per il rischio.

Se molte tecnologie emergenti possono offrire opportunità entusiasmanti, il settore tecnologico è volatile e gli investimenti in questo ambito richiedono un gestore specializzato dotato di esperienza per muoversi in un ciclo caratterizzato da così tanto clamore. Con l’emergere di nuove tecnologie, i parametri di valutazione sono spesso trascurati. Il nostro approccio bottom‑up si focalizza sull’investimento in società per cui le aspettative di crescita siano realistiche, le valutazioni ragionevoli e siano emerse barriere sostenibili all’ingresso.

Soprattutto in periodi di maggior tensione economica e politica, c’è stata una tendenza a gravitare verso alcuni dei titoli caratterizzati da maggiore crescita. Negli ultimi sei mesi, abbiamo constatato una certa divergenza nel settore tecnologico tra i titoli più e meno costosi. Questo divario di valutazione sta iniziando ad allargarsi. In alcune delle aree più costose, vediamo valutazioni che sono multipli di 15-20 volte del fatturato e questo di solito significa che le aspettative di crescita in alcune aree si stanno gonfiando, in particolare per alcuni titoli di software basati su cloud. Ma al contempo vediamo anche titoli sottovalutati e opportunità in altre parti del settore.

A cura di Alison Porter, Portfolio Manager del Global Technology Team di Janus Henderson Investors