L’indice Ifiit, seppur di poco, continua a crescere. Il Sud resta indietro

Ancora un rialzo per l’Indice di Fiducia sugli Investimenti in Innovazione Tecnologica (Ifiit), che si porta a 35,80 punti dai 35,40 del mese precedente, a conferma di una tendenza positiva, anche se non vigorosa, ma tuttavia segnata da una costanza degna di attenzione. Infatti, pur tra alterne vicende, l’indicatore è in risalita dal minimo toccato nell’ottobre del 2014, poco sotto i 32 punti.

Nell’arco di un anno si è allargata infatti la base delle imprese che stanno avviando progetti di innovazione tecnologica, di processo e di prodotto. Segni di una certa vitalità si riscontrano per la prima volta anche nel settore edile, dove si manifestano le intenzioni di acquisire nuovi macchinari per i cantieri e nuovi sistemi per la progettazione (ma solo in alcune aree del Nord).

In questo quadro di una ripresa della fiducia e dell’ottimismo non c’è una distribuzione paritaria tra le parti del Paese. Anziché ridursi, pare invece allargarsi il gap esistente tra le aree più produttive e quelle più arretrate (tipicamente ampie zone del Meridione, tra cui la Sicilia, la Campania e la Calabria).

I settori più interessati all’avvio di progetti di innovazione tecnologica sono l’avionico-difesa, il meccanico fine, il chimico-farmaceutico, i trasporti e gran parte del comparto energetico. Restano sostanzialmente stabili e allineati all’indice i comparti bancario e dei segmenti tradizionali del made in Italy, della moda e dell’arredamento, insieme all’agroalimentare e alla logistica. In ripresa il comparto edile e della progettazione. Ancora deboli il mondo artigianale e quello del commercio al dettaglio, soprattutto nelle aree periferiche e rurali.