L’executive MBA e giornalista Filippo Poletti presenta le storie dei manager della Generazione R, professionisti che hanno deciso di rinascere e rimparare nel post pandemia.

Generazione R

Non solo utili, ma anche l’utile sociale. È lo scopo dei nuovi manager della Generazione R che, in piena pandemia – quando sembrava che non esistesse più un domani a causa dell’arrivo della pandemia –, hanno deciso di rinascere professionalmente, tornando sui banchi di scuola. Le loro 101 storie sono diventate un libro firmato dal giornalista professionista Filippo Poletti dal titolo “MBA Power: innovare alla ricerca del proprio purpose”.

Generazione R: massima attenzione a impatto sociale delle imprese

Punto di partenza e di arrivo della Generazione R di Rinascita, così come la chiama Filippo Poletti, è l’individuazione e la realizzazione del cosiddetto “purpose” o “scopo”:

La “proposta” o stella polare dei nuovi manager”, spiega il cronista, uno dei 15 influencer su LinkedIn per quanto riguarda le tematiche del lavoro, “è la creazione responsabile di un futuro sostenibile, che metta al centro del fare impresa l’impatto sociale”.

Sono loro – dall’ingegnere ambientale Daniela Tonoli al sales manager Andrea Riva, ad esempio – a dichiarare di voler avere un impatto positivo nell’azienda e nell’intera società.

Convergenza necessaria tra mondo profit e non profit

Dal libro-manifesto della Generazione R di Rinascita arriva un piano d’azione dettagliato: “Quando è necessario un cambiamento, non è mai troppo presto per farlo”, scrive Filippo Poletti. “È tempo di concentrarci, assieme al time to EBIDTA o tempo della redditività aziendale, sul tempo della responsabilità intesa come l’impegno a dare risposte concrete ai problemi reali della collettività in cui operiamo come professionisti. Siamo e vogliamo essere la Generazione R come rinascita e responsabilità”.

È Gigliola Mossali, consulente aziendale, a rimarcare anche la necessità di un punto di convergenza tra l’universo profit e quello non profit: “Credo che il mondo del non profit reclami più attenzione e una diversa relazione con l’imprenditorialità profit: esiste un’area di intersezione, su cui c’è molto da lavorare”.

Imparare e rimparare per affrontare le sfide dell’oggi

Per realizzare tutto questo “i manager della Generazione R di Rinascita”, racconta Filippo Poletti, executive MBA alla business school del Politecnico di Milano, all’interno della quale è nata l’idea del volume, “sono convinti che non basti nascere una volta. Nell’età dell’incertezza o VUCA, acronimo traducibile in italiano con le quattro parole “volatilità”, “incertezza,” complessità” e “ambiguità”, occorre rinascere tutti i giorni come professionisti. Per stare al passo con il sapere fluido dobbiamo imparare e rimparare, acquisendo nuove competenze su come si governa la trasformazione digitale, come si fa innovazione radicale o incrementale, come si sviluppa il pensiero progettuale, come si mette in piedi una startup o come si gestisce il cambiamento in azienda. Occorre aggiornare la propria cassetta degli attrezzi, comprese le competenze in ambiti altrettanto strategici come l’economia internazionale e industriale, la contabilità finanziaria, i processi aziendali e la catena di approvvigionamento. Bisogna diventare, appunto, nuovi professionisti capaci di ottenere utili e puntare all’utile sociale”.