La startup padovana si conferma pioniera nell’applicazione della blockchain al settore agrifood in ottica di sicurezza alimentare

EZ Lab

Ieri venerdì 15 marzo, la Milano Digital Week ha ospitato l’evento Road to 5G organizzato da Wind Tre, una giornata con diversi panel dedicati al 5G e agli ecosistemi Smart, finalizzati allo sviluppo e alla prossima diffusione del nuovo standard di rete. Se Milano è il luogo dove fare il punto – e Padova si conferma pioniera nell’applicazione della blockchain al settore agrifood in ottica di sicurezza alimentare con EZ Lab – l’Abruzzo diventa culla del 5G.

All’interno di un progetto che in concreto si sta sperimentando in Abruzzo, la padovana EZ Lab, con la sua piattaforma AgriOpendata, è coinvolta nella sperimentazione di use cases in agricoltura grazie a un programma che vede anche la collaborazione dell’Università dell’Aquila. La prima convenzione è con il Consorzio per la tutela dello Zafferano dell’Aquila DOP.

Con la piattaforma AgriOpendata, sviluppata nel 2016, EZ Lab è stata la prima startup digitale in Italia ad applicare la tecnologia blockchain al settore agroalimentare, quando ancora l’applicazione era limitata quasi esclusivamente alle criptovalute.

Le aziende che si affidano a EZ Lab scelgono di certificare i loro prodotti con un protocollo che registra, tramite la piattaforma Certo Blockchain, tutti i passaggi della filiera, dalla coltivazione delle materie prime alla loro lavorazione, creando una sorta di carta d’identità digitale riportata in etichetta con un QR code, che il consumatore può consultare facilmente con il suo smartphone in un’ottica di trasparenza e sicurezza alimentare. Proprio per queste caratteristiche AgriOpendata è particolarmente appetibile per i settori agroalimentari di pregio, come il vino o i diversi marchi di tutela, oggetto spesso di contraffazione. Non meno interessanti le prospettive e le potenzialità che si aprono proprio per il mondo del Bio.

“Lavoreremo con il Consorzio aquilano – spiega Massimo Morbiato, founder di Ez Lab – per tracciare i diversi passaggi della filiera della spezia che più di ogni altra è soggetta a contraffazioni e adulterazioni: un fenomeno che genera un danno economico rilevantissimo per i produttori. Per farlo si sperimenterà l’utilizzo della rete 5G per la raccolta e trasmissione dei dati nella piattaforma AgriOpendata: processi, soprattutto quelli iniziali, che possono essere condotti con diversi strumenti, per esempio i droni.”