L’ultimo dpcm segna un passo in avanti verso la riapertura graduale, ma occorre ripensare i modelli di business

Startup innovative: immagine storica in Emilia-Romagna

Il cosiddetto “Decreto Aprile”, entrato in vigore il 4 maggio, segna un passo in avanti verso la riapertura graduale di numerose attività economiche. In questi due mesi però molto è cambiato nelle abitudini degli italiani: basti pensare all’e-commerce che ha registrato un incremento delle vendite di prodotti di largo consumo pari all’81% – circa 30 punti percentuali in più rispetto al periodo precedente all’esplosione dell’emergenza sanitaria legata al coronavirus. Una conferma sottolineata anche da Netcomm, che ha condotto una ricerca su 200 associati scoprendo che, nell’ultimo mese, il 75% degli acquirenti da siti di e-commerce sono neofiti.

Esempi simili possono essere fatti anche osservando i dati relativi allo sviluppo dello smart working: secondo InfoJobs le imprese che hanno attivato questa modalitá di lavoro da remoto durante l’emergenza corrispondono al 72% del totale e di queste il 56% lo ha fatto per la prima volta.

Le persone hanno dovuto abbattere la barriera di diffidenza verso gli strumenti digitali, compiendo quel passo in avanti tanto auspicato per anni e che ora, in poche settimane, si è finalmente attuato. Per quanto riguarda il settore imprenditoriale, questo cambiamento per molti ha significato rivedere il proprio modello di business, trovare nuovi canali di comunicazione con i clienti e cambiare le proprie strategie perché, come sempre più spesso si sente dire, nulla sarà come prima. Questo è il motivo per cui le imprese necessitano di nuovi strumenti per non farsi trovare impreparate e reagire più presto possibile al cambiamento.

Ed è dalle startup e dalle imprese digitali che arrivano proposte e strategie rivolte soprattutto a quelle realtà che avevano puntato tutto sulle attività off-line e che, durante l’emergenza sanitaria, hanno preso consapevolezza dell’importanza di rivedere i propri modelli di business per ripartire in velocità.

Per le aziende che in lockdown hanno mosso i primi passi nel mondo dell’e-commerce, ora è giá tempo di fase 2

“La fase 2 non vuol dire solo ‘ripartenza’ ma, a mio avviso, significa anche consapevolezza – spiega Joshua Priore, CEO di Worldz, piattaforma di Social Commerce nata nel 2016 che fonda il suo business sulle potenzialità e sulle sinergie dell’e-commerce e dei social network. La fase 2 è molto delicata per i paesi che intendono uscire dal Covid19, non solo per noi tutti come singoli individui, che dovremo prestare attenzione alle misure per continuare a contenere il contagio ed evitare la ridiffusione del virus, ma anche per le aziende che devono pianificare una ripresa sostenibile anche sul lungo periodo.”

Secondo Priore, infatti, con la ripresa delle attività, le aziende che finora non si erano dotate delle tecnologie necessarie per far fronte all’emergenza, subendola, devono maturare la consapevolezza che è tempo di fare un “salto digitale”.

“Per loro, in realtà, forse inizia una fase 0, dal punto di vista del digitale. Una fase 0 dalla quale è importante uscire il prima possibile e iniziare effettivamente un percorso che in Inghilterra, Germania o Spagna, stanno compiendo in modo massivo da diverso tempo. Per queste aziende è indispensabile partire subito perché, anche volendo affrontare con ottimismo ciò che ci attende, è improbabile che la nostra routine sia ristabilita del tutto alla normalità prima del prossimo autunno“ prosegue Priore.

Per quanto riguarda invece quelle aziende che hanno approcciato al digitale sì, ma in modo ancora non consistente, per il fondatore di Worldz, è importante comprendere che devono iniziare a investire nel settore avvalendosi di consulenti e agenzie in grado di condurli verso la trasformazione della propria attività: solo cosí sará possibile gestirla da remoto (laddove previsto) e vendere i prodotti o erogare servizi con automazione.

É necessario quindi pensare alla fase 2 come a un’opportunità: se si sfrutta questo tempo per mettere le fondamenta per una ripartenza adeguata sul digitale, non solo riusciremo ad evitare l’effetto boomerang di dover tornare in un lockdown insostenibile, ma anche quello di dare ai consumatori meno motivi per uscire.

Le aziende che hanno mosso già i primi passi sul digitale, dotandosi di un e-commerce e di una prima base di clienti online, dovrebbero pensare ad acquisire una serie di tecnologie che siano legate all’ottimizzazione dei servizi, all’aumento delle performance di vendita, e al posizionamento come branding.

“La sfida che si troveranno davanti è quella di un mondo di cui probabilmente conoscono poco e che non si comporta esattamente come sono abituati nella realtà di tutti i giorni. I principi dell’e-commerce, ad esempio, sono legati al posizionamento, alla capacità di riuscire ad essere presenti nelle ricerche, sull’affidabilità che trasmette la piattaforma, sulla capacità di avere un “dialogo” con i consumatori fornendo servizi magari innovativi come il Social Commerce che, in un’unica soluzione, collega gli utenti contribuendo significativamente alla propensione all’acquisto di questi. Si entra nei concetti del dynamic pricing per utente, della personalizzazione, dei dati come strumento di analisi, del marketing come strumento finalizzato alla vendita. Tutti strumenti su cui siamo certi di poter fornire il nostro contributo come Worldz che, attraverso un’unica installazione, è in grado di offrire un servizio automatizzato e completo per affrontare il mercato” conclude Priore.

E-Commerce: una vetrina virtuale per dare valore ai prodotti artigianali in rete

Tra i settori che, in questo periodo hanno mosso i primi passi nel mondo dell’e-commerce vi è anche l’artigianato, come rileva Rinascimento Handmade, progetto sviluppato da Giacomo e Tommaso Chinellato che si propone di aiutare gli artigiani, eccellenze del made in Italy, a diventare imprese di successo nel mercato. I dati degli iscritti alla piattaforma formativa di Rinascimento Handmade attestano, nel mese di marzo una crescita del 30% rispetto a febbraio e un incremento del 25% di likes sulla pagina Facebook e del 20% degli iscritti al canale youtube registrati a marzo, rispetto al mese precedente.

“Ora come non mai, il saper fare richiede di superare i confini fisici delle botteghe – spiegano i co-founder di Rinascimento Handmade. In seguito a questo periodo di chiusura prolungata gli artigiani hanno compreso che la digitalizzazione è la strada giusta ed il futuro del made in Italy.”

L’artigianato 4.0 si prepara, quindi, ad avviare la sua fase 2 e la sfida della manifattura italiana è quella di sfruttare le opportunità che la trasformazione digitale può fornire per conoscere nuove strategie e nuovi modelli di business. Ed è proprio per trasferire agli artigiani quelle competenze necessarie per unire tradizione e innovazione, che Tommaso e Giacomo Chinellato hanno creato una vera e propria Academy dove imparare a conoscere gli strumenti di digital marketing necessari per creare un e-commerce di successo e riprogettare gli antichi mestieri sulla scia delle botteghe 4.0.

La piattaforma formativa, nata nel novembre del 2019, conta già all’attivo 300 aspiranti makers, che puntano a costruire il proprio brand online dando valore ai propri prodotti sul web, creando un negozio virtuale ed impostando campagne di promozione tramite i social, quali Facebook Ads.

“Il nostro obiettivo – ammettono Giacomo e Tommaso Chinellato – è portare al successo più artigiani possibili e diventare il punto di riferimento in Italia del marketing digitale applicato alle attività artigianali”.

Ripensare i modelli di business per rilanciare il settore B2B

Molte aziende del b2b hanno dovuto interrompere la propria produzione per settimane e altrettante si sono ritrovate a fronteggiare ritardi negli approvvigionamenti: è questo lo scenario in cui si muovono le imprese italiane a cui è richiesto, per la propria sopravvivenza, l’ulteriore sforzo di formulare ora una rinnovata linea di condotta da seguire, precorrendo i tempi.

“Devono farlo con progetti a medio e lungo termine, anche attraverso l’adozione di tecnologie “nuove” rispetto alla propria storia aziendale – afferma Andrea Poretti, CEO di Cepar Digital Agencyma soprattutto devono ripensare i propri modelli di business alla luce di una visione consapevole delle future evoluzioni di mercato. È necessario gestire la fase 2 pianificando quelli che saranno i tempi dell’uscita dall’emergenza: solo così le aziende potranno proiettare correttamente il proprio business nel futuro”.

In tempi di crisi tanto profonda da stravolgere radicalmente le vite dei privati così come quelle dei mercati, nascono anche nuove opportunità, che prendono la loro forza proprio dai cambiamenti nei comportamenti di acquisto e nelle abitudini della popolazione.

“Il lockdown forzato ha portato un nuovo valore a esperienze e servizi online: lo dimostra la crescita degli e-Commerce, che dovranno perseguire una via di rafforzamento e ampliamento di pubblico e prodotti, ben oltre il momento della crisi. È questo il momento in cui gli imprenditori devono spingere sull’acceleratore degli investimenti, per progettare nuovi modelli di business con il sostegno della trasformazione digitale e per accumulare distanza dai propri competitor” prosegue Poretti.

Il founder di Cepar Digital Agency pone l’accento sul tema quanto mai attuale della digital transformation: il coinvolgimento del pubblico per i brand dei settori b2b è fondamentale in questi tempi di crisi. Chiusi in casa, tutti abbiamo riscoperto il valore dell’e-learning e dei live streaming. Molte piattaforme online offrono strumenti per veicolare efficacemente contenuti che, mentre per il pubblico sono fonte di intrattenimento e approfondimento, per le aziende rappresentano un virtuoso esercizio di brand awareness. Mettere in gioco le potenzialità del digitale, attivando nuovi canali e ambienti online, permette a molte aziende oggi di non posticipare a momenti indefiniti (se non peggio di annullare) tutto il lavoro svolto nei mesi e negli anni che hanno preceduto la crisi.

“La partecipazione a eventi sul territorio e le attività delle aree commerciali delle aziende sono probabilmente gli ambiti che hanno maggiormente accusato, e accuseranno sul lungo termine, gli effetti della crisi. È realistico credere che occorreranno ancora molti mesi prima di ritrovare la normalità a cui siamo sempre stati abituati, ma questo non deve tradursi nella rarefazione delle attività di marketing e sales. Il digitale può e deve diventare il nuovo spazio in cui i brand dei settori b2b trovano contatto e interazione con i propri target di riferimento – conclude Poretti. Le aziende devono guardare alle attività di lead generation online collegate a webinar, offerte e contenuti premium, come un’opportunità per sostituire la partecipazione a eventi e fiere, senza incidere sulla qualità dei contatti generati. Contatti che, online, dovranno anche essere coltivati attraverso processi di Nurturing, grazie a strumenti quali i CRM che affiancheranno e renderanno realmente efficaci le loro strategie di marketing e sales.”

Networking tra imprese e iniziative green: BizAway trasforma il momento di grave crisi nel settore del turismo in una opportunitá

Il settore dei viaggi è tra i più duramente colpiti dalle misure restrittive adottate per far fronte alla pandemia da Coronavirus e BizAway, startup attiva nel mondo del business travel, ha dovuto fare i conti con questa doccia fredda.

“Nonostante tutto, abbiamo deciso di fare dei passi avanti, muovendoci su piú fronti – afferma Luca Carlucci, CEO di BizAway. Quando l’emergenza Coronavirus sarà rientrata, è ragionevole prevedere una progressiva ripresa seguita da quello che sarà un vero e proprio boom di viaggi per lavoro, come mostrano i dati della Banca Mondiale riferiti ad altre importanti crisi internazionali. La aziende non devono farsi trovare impreparate di fronte al prospettato incremento dei viaggi, che comprenderà innanzitutto il recupero delle trasferte ora bloccate, e possono sfruttare questo periodo per predisporre per tempo gli strumenti per facilitare i processi e tornare alla normalità nel miglior modo possibile”.

BizAway ha cosí deciso di puntare sul networking tra imprese, per migliorare i servizi con l’implementazione di processi innovativi.

“Abbiamo iniziato un nuovo modo di collaborare con uno dei nostri clienti, Talent Garden, piattaforma di networking e formazione per l’innovazione digitale che conta 23 campus in 8 Paesi in tutta Europa e per cui i viaggi di lavoro sono nel loro DNA prosegue Carlucci. L’idea è stata quella di indagare le necessità delle persone che viaggiano per lavoro, al fine di configurare e ottimizzare i processi interni di gestione del business travel (dalla prenotazione di viaggi all’impostazione dei criteri di fatturazione) nel modo più personalizzato possibile. Indagando sui diversi aspetti, attraverso l’invito ai dipendenti a utilizzare attivamente la piattaforma, è possibile migliorare e personalizzare le funzionalità a disposizione dei nostri attuali clienti e giocare d’anticipo con quelle dei prospect.”

In questo difficile momento economico, BizAway ha comunque portato avanti anche un innovativo progetto in ambito green, avviando una collaborazione con l’organizzazione no-profit Eden Reforestation Projects per potenziare la coltivazione di alberi di mangrovia. Se è vero che gli aerei sono il mezzo di trasporto piú inquinante, è anche vero che nel corso della sua vita un albero di mangrovia riesce ad assorbire emissioni di CO2 pari a circa tre voli di sola andata Venezia-Barcellona effettuati da un singolo passeggero.

“A partire da questa considerazione, abbiamo deciso di dare il nostro contributo alla salute del Pianeta, offrendo anche ai nostri clienti un modo facile di parteciparvi attivamente, con donazioni minime e continuando a viaggiare. In pratica, siamo la prima piattaforma ad aver creato uno strumento di calcolo immediato e compensazione automatica delle emissioni di anidride carbonica dei viaggi con la conseguente piantagione di mangrovie” conclude Carlucci.

Per ogni €0,10 devoluti a Eden Reforestation Projects verrà piantata una mangrovia: un contributo economico estremamente esiguo in grado però di fare la differenza. Tra l’altro il meccanismo di offset è applicato non solo ai voli, ma anche alle altre verticali gestibili tramite BizAway e comprendono i soggiorni in hotel e i noleggi auto, secondo algoritmi di calcolo delle emissioni dedicati.