Cispe, Assintel, AssoRTD e alcuni rappresentanti politici si confrontano per discutere la formulazione dell’art. 33 nel DDL Concorrenza e sull’abuso di dipendenza economica dai fornitori e produttori di software.

DDL Concorrenza

Si è tenuto presso la Sala stampa della Camera dei Deputati la conferenza stampa dal titolo “La legge sulla concorrenza: l’interoperabilità delle licenze software” alla presenza del Segretario Generale di Cispe Francisco Mingorance, Associazione di categoria per i fornitori di servizi cloud, della Presidente di Assintel Paola Generali, Associazione Nazionale Imprese ICT e del Presidente di AssoRTD Francesco Andriani, Associazione dei Responsabili per la Transizione al Digitale.
Tema del dibattito è stato l’abuso di dipendenza economica da parte delle piattaforme digitali, come da attuale formulazione dell’art. 33 (ex 29) nel DDL Concorrenza.

Nello scorso marzo Cispe, Assintel e AssoRTD congiuntamente a Codacons e Cio Aica Forum avevano già fatto pervenire una lettera al ministro Vittorio Colao evidenziando le problematiche legate ad alcune pratiche messe in atto da fornitori e produttori di software. Il tema sollevato, e sul quale si auspicava un chiarimento a livello europeo, attiene a queste modalità che consentirebbero di utilizzare una posizione di forza sul mercato impedendo una libera ed equa scelta nella fornitura di servizi di infrastruttura cloud, attuando meccanismi di lock-in nei propri ecosistemi favorendo, di fatto, la propria offerta di infrastruttura cloud rispetto alla concorrenza.

Oltre alla testimonianza delle tre autorevoli associazioni, sono intervenuti anche alcuni rappresentanti politici che hanno attivamente svolto un ruolo importante affinché potesse essere trovato l’accordo sulla nuova disciplina. Tra questi il deputato Federico Mollicone di Fratelli d’Italia responsabile del dipartimento innovazione del partito, Luca Carabetta deputato del Movimento 5 stelle e presidente intergruppo parlamentare innovazione e Piero De Luca vice presidente del gruppo parlamentare PD alla Camera dei Deputati.

Francisco Mingorance, segretario generale di Cispe afferma: “Sono molto contento che il problema dell’interoperabilità delle licenze software possa aver trovato un riferimento normativo anche in Italia. Dal punto di vista di CISPE il voto di approvazione del DDL Concorrenza è molto confortante non solo per l’Italia ma anche per i provider di tutta Europa. Questo è un momento estremamente importante, vogliamo ringraziare i gruppi politici, i parlamentari e i dipartimenti di competenza che hanno permesso questo cambio di legislazione. Oggi in qualità di segretario generale sono qui per sottolineare l’importanza della campagna sui 10 principi di Fair Software Licensing lanciata ormai più di un anno fa. Negli ultimi anni i fornitori di servizi cloud europeo hanno visto contrarre le loro quote di mercato a favore delle big tech, le quali hanno sfruttato la loro posizione dominante, la dipendenza degli utenti all’interno del mercato limitandone la scelta e ponendo vincoli tecnici, contrattuali o finanziari ingiustificati. Queste pratiche distorcono la competitività nel mercato. Secondo lo studio di ICOM l’Istituto per la Competitività, lo stop delle pratiche scorrette in materia di licenze software potrebbe determinare una crescita del fatturato complessivo del comparto ICT nazionale compresa tra 1,28 e 1,61 miliardi all’anno.

L’Italia è il primo tra i paesi europei ad aver intrapreso degli avanzamenti concreti, questo è molto positivo e lo voglio sottolineare e l’approvazione in prima lettura al Senato del DDL Concorrenza è un passaggio fondamentale per la promozione e la tutela della concorrenza, principi fondamentali dell’Unione Europea dai quali non si può prescindere e auspichiamo nella sua completa implementazione una volta approvato definitivamente.”

Paola Generali, presidente di Assintel aggiunge: “Il percorso per garantire più concorrenza e trasparenza nell’ICT è fondamentale, perché la trasformazione digitale dell’intero tessuto produttivo del nostro Paese si nutre di fiducia e ascolto delle esigenze del mercato. Da oltre un anno come Assintel stiamo sostenendo insieme a CISPE una revisione dei criteri di concorrenza – nazionali ed europei – che escano dalla logica oligopolistica delle big tech. Il mercato italiano dell’information & communication technology vale 34,5 miliardi di euro nel 2021, di cui il 54% sono investimenti da parte di micro, piccole e medie imprese: questo è il dato di partenza del nostro osservatorio Assintel Report. Il Cloud gioca un ruolo fondamentale perché abilita la trasformazione, tanto che il suo valore è di 4,4 miliardi di euro ed è in costante crescita. Ed è qui che si sta giocando la nostra battaglia: perché se riusciamo a rendere trasparenti le regole del mercato Cloud, sarà più semplice estenderle come buone prassi all’intero ecosistema digitale, valorizzando sia le imprese della Domanda, sia le PMI del Made in Italy digitale dell’Offerta”.

Francesco Andriani, presidente di AssoRTD commenta: “Rappresentando la “domanda pubblica” dobbiamo scongiurare quelle che sono le paure delle amministrazioni rispetto a problematiche che potrebbero bloccare il processo decisionale. C’è bisogno, dunque, di concorrenza che poi porta chiarezza, per questo plaudiamo a iniziative simili e alle forze politiche per quanto fatto fino ad ora. La pubblica amministrazione va affiancata nel processo di transizione al digitale, anche dalle aziende private che devono unire al consueto ruolo di vendita anche quello di consulenza e formazione per far comprendere al meglio prodotti e servizi nella fase di selezione sul mercato. Solamente chiarendo gli aspetti tecnici più difficili si può creare una scelta consapevole, portando a processi decisionali più rapidi”.

Federico Mollicone ha detto: “È necessaria una sistematizzazione del quadro normativo italiano nella direzione di una tutela dei provider minori e attivi sul versante dell’infrastruttura cloud. Una tutela che appare fondamentale per non ostacolare lo sviluppo di un mercato ed una tecnologia cruciale per la Nazione, proprio già nel vettore del DDL Concorrenza. Come forza politica, inoltre, passando alla dimensione sovranazionale abbiamo sostenuto con forza il nuovo pacchetto del Digital Market Act per evitare l’accumulo di influenza delle grandi aziende multinazionali, i “gatekeeper”, e su cui abbiamo proposto appunto deroghe per le PMI. Le pratiche scorrette rischiano di consolidare il potere di pochi giganti del digitale, a discapito dell’economia del digitale nazionale ed europea. Ne va della competitività europea e, di conseguenza, della sovranità digitale nazionale”.

Luca Carabetta ha detto: “Una strategia per l’innovazione tecnologica in questo momento storico si deve sviluppare sul piano europeo, sia dal punto di vista industriale che da quello regolatorio, questo al fine di riuscire a competere su scala globale, in un ecosistema che accelera costantemente. Bene ha fatto l’Europa a muoversi sul fronte della concorrenza poichè è essa stessa elemento fondamentale per la partecipazione attiva delle PMI e bene ha fatto l’Italia a trattare in tempi stretti il Disegno di Legge sulla concorrenza. Auspico che questo non sia un “una tantum” ma che concoerrenza e semplificazioni diventino punto di riferimento dell’agenda politica dei governi”.

Piero De Luca ha concluso: “È doveroso rafforzare il rispetto dei principi della libera concorrenza anche nel campo del digitale. Approvando definitivamente la norma dell’attuale articolo 33 del DDL Concorrenza, l’Italia può diventare un modello da seguire in tutta l’Europa. Questa previsione, infatti, è ispirata a principi di equità e trasparenza a tutela delle piccole e medie imprese contro pratiche di abuso di dipendenza economica da parte delle piattaforme digitali che, oltre ad essere non condivisibili da un punto di vista etico, penalizzano fortemente anche lo sviluppo economico del settore. Anche in questo ambito, dobbiamo accelerare l’approvazione del DDL Concorrenza per rendere il nostro sistema Paese sempre più competitivo, dinamico e moderno”.