Nella giornata di ieri un errore nei servizi di configurazione di Fastly ha mandato in tilt Internet

CDN: un errore di configurazione può mandare in panne il web

Ieri, 8 giugno, si è verificato un malfunzionamento di Internet su scala globale causato da un errore nei servizi di configurazione di Fastly, società che gestisce tra i più grandi Content Delivery Network al mondo.

Numerosissimi i siti coinvolti, da Amazon al New York Times ad alcune testate italiane fino a istituzioni pubbliche come il governo britannico.

Andy Champagne – SVP and chief technology officer of Akamai Labs, di Akamai Technologies – ha commentato l’accaduto come segue:

“Secondo quanto abbiamo appreso, l’interruzione che ieri ha riguardato diversi canali di informazione è stata il risultato di una configurazione errata. Questo significa che potrebbe essersi verificato un errore all’interno di un file o un semplice errore di battitura nella gestione del sistema CDN.

Gli utenti hanno ricevuto gli alert di errore [503] molto rapidamente: un indicatore che fa subito pensare a un servizio non disponibile, più che a un attacco informatico, nel qual caso di solito è più probabile che ci voglia un po’ di tempo prima che il consumatore se ne accorga.

Ciò che è avvenuto è un ulteriore promemoria di come Internet sia diventato un’ancora di salvezza praticamente per ogni azienda e per la maggior parte delle persone durante la pandemia, e di quanto dipendiamo dal fatto che sia affidabile e disponibile per noi ogni qualvolta ne abbiamo bisogno.

Ci sono molti fattori che concorrono a mantenere Internet sempre disponibile. Uno di questi fattori è la tecnologia content delivery network (CDN). Le aziende usano una CDN per fornire una user experience online ideale per i loro clienti, sia che stiano leggendo le notizie, guardando un film, o facendo qualsiasi altra cosa che richieda prestazioni eccellenti.

Ci si potrebbe allora chiedere “Se le CDN sono un potenziale punto debole come abbiamo visto oggi, cosa dovrebbe fare un’azienda?”

  • In primo luogo, le aziende devono essere rigorose nella scelta del provider CDN. Non tutte le CDN sono create allo stesso modo, quindi è fondamentale prendere in esame i SLA di uptime, i processi di disaster recovery, i piani di continuità aziendale e il loro track record nel servizio ai clienti.
  • Secondariamente, si può decidere di adottare l’approccio sempre più comune che vuole si utilizzino più CDN. A livello teorico servirsi di CDN multiple fornisce alle aziende un backup nel caso in cui una di esse sperimenti un problema. Tuttavia anche questa non è una strategia a prova di bomba: non bisogna abbassare la guardia perché anche la suddivisione su più CDN non garantisce il 100% di uptime per i clienti. Se una di esse subisce un’interruzione, è tipicamente necessario un intervento manuale per instradare il traffico verso un’altra CDN, non avviene in automatico.

L’infrastruttura Internet è una rete di dipendenze incredibilmente complessa, e l’affidabilità non avviene per caso. È necessaria una combinazione di tecnologia e persone che lavorino con precisione rigorosa per garantire che tutto funzioni come una macchina ben oliata.”