A causa del gran numero di avvisi in entrata, i security team sono costretti a scegliere con cura quelli da analizzare e quelli da tralasciare

Sicurezza informatica in azienda: quasi sempre è affidata all’IT

Estrapolando ed aggregando anonimamente ed analizzando le statistiche relative alle richieste rivolte al Kaspersky Threat Intelligence Portal, i ricercatori Kaspersky hanno dimostrato che, nel 72% dei casi in cui i team di sicurezza hanno richiesto dettagli rispetto ad un oggetto sospetto, questo si è rivelato dannoso al punto di mettere a rischio la sicurezza aziendale. In media, il 44% dei security alert affrontati dalle aziende non sono oggetto di indagine: il gran numero di avvisi in entrata mette in difficoltà i security team costringendoli a scegliere accuratamente gli alert da esaminare e quelli da tralasciare. In questa situazione, potrebbe essere utile avere un framework che possa aiutare i team di sicurezza a prendere una decisione.

Le statistiche anonime e aggregate del Kaspersky Threat Intelligence Portal hanno dimostrato come, nella maggior parte dei casi, la richiesta iniziale di controllo degli alert fosse corretta: la maggior parte (7 su 10) delle richieste esaminate inviate tramite il servizio, risultano essere dannose. La percentuale è particolarmente elevata per gli oggetti correlati al web: domini (86%), indirizzi IP (75%) e URL (73%). La percentuale diminuisce leggermente quando si tratta di file, con il 61% degli hash contrassegnati come dannosi. Questo implica che, senza il supporto di una threat intelligente efficace, è difficile per i ricercatori distinguere i file legittimi da quelli dannosi.

In generale, i ricercatori prestano maggiore attenzione alle risorse con cui, gli endpoint della loro rete, comunicano: il 41% delle richieste totali è compresa in questa categoria. Avendo a disposizione le informazioni sulla reputazione degli indirizzi IP e sui siti web e file associati, i team di sicurezza possono decidere se negare l’accesso ad una risorsa o bloccare qualsiasi comunicazione con essa. Inoltre, un terzo (31%) delle richieste faceva riferimento ad una categoria di file hash, il che significa che gli analisti erano alla ricerca di informazioni aggiuntive sul file (come la distribuzione geografica, la popolarità e le connessioni con altri oggetti).

“Come dimostrano le nostre statistiche, quando gli analisti di sicurezza delle organizzazioni sospettano di un alert e ritengono che sia necessaria un’indagine più approfondita è difficile che si sbaglino. Tuttavia, non si tratta solo di verificare le ipotesi. Per essere in grado di accelerare il processo di incident response e le capacità forensi, gli analisti hanno bisogno di avere, nel più breve tempo possibile, il quadro generale della minaccia. Avere accesso ad una soluzione di threat intelligence fornisce proprio questa visione che consente agli analisti di risparmiare tempo e fatica”, ha commentato Anatoly Simonenko, Group Manager, Technology Solutions Product Management di Kaspersky.

Il Kaspersky Threat Intelligence Portal è un servizio web che offre agli utenti informazioni sulle minacce informatiche raccolte da Kaspersky. L’azienda fornisce accesso gratuito alle informazioni di base su file sospetti, hash, indirizzi IP e altro.