Sono ancora rari gli investitori che si preoccupano di mettere in atto anche una minimale due diligence sul tema cyber

Private Equity: attenzione al rischio cyber nei piani di M&A

La settimana scorsa, la responsabile Kroll per il Sud Europa, Marianna Vintiadis, ha partecipato al 12esimo Forum italiano dedicato al Private Equity promosso da Mergermarket: “Stiamo andando sempre più verso una società 4.0 dove la connettività, anche all’interno delle aziende, è ormai un must have che coinvolge tutti i settori. Maggiore connettività, però, implica anche una maggiore predisposizione a un rischio che le aziende italiane non sono ancora pronte ad affrontare.”

“Sebbene la consapevolezza dei rischi legati alla tecnologia e alla connettività stia crescendo, le aziende italiane spesso tendono a trascurare eventuali implicazioni negative che l’acquisizione di nuovi rami d’azienda o società o lo sviluppo di nuovi modelli di business possono portate – spiega Vintiadis. Sono ancora pochi, infatti, gli investitori che si preoccupano di mettere in atto anche una minimale due diligence sul tema cyber.”

E questo nonostante il 68% delle imprese a livello mondiale e il 66% in Italia abbia dichiarato di temere un attacco cyber globale. I dati sono stati elaborati da Kroll nel Kroll Global Fraud and Risk Report, ricerca che ogni anno coinvolge quasi 600 business leader in tutto il mondo.

“In Italia l’89% delle aziende teme il furto di informazioni interne. Nel mondo la percentuale è del 73%. Si tratta di una preoccupazione reale dettata dal crescente uso della tecnologia e della rete all’interno delle aziende.”

Cosa fare per far fronte a questo potenziale pericolo?

“Innanzitutto il board ha un ruolo cruciale – continua Vintiadis. I vertici aziendali devono essere edotti del pericolo che l’introduzione di un nuovo sistema tecnologico può suscitare. Anche piccoli cambiamenti potrebbero risultare fatali se non gestiti in maniera adeguata: basta un chip localizzatore, uno strumento banale, per aprire le porte a potenziali furti di dati. Maggior attenzione va prestata quando l’utilizzo delle tecnologie implica l’apertura di nuovi modelli di business: l’attenzione al business plan deve essere la stessa anche per lo studio di un piano di sicurezza adeguato.”