Nel secondo trimestre dell’anno, gli esperti di Kaspersky hanno rilevato numerose campagne di phishing che diffondevano malware con false comunicazioni di rimborsi

Scoperta nuova campagna di phishing rivolta agli utenti italiani. Sfrutta un noto brand di telefonia per sottrarre dati personali

Approfittando del fatto che il secondo trimestre dell’anno è il periodo tradizionalmente legato alla scadenza per la presentazione della dichiarazione dei redditi e dei rimborsi fiscali in molti paesi, i cybercriminali hanno effettuato diverse campagne di email in tutto il mondo, camuffate comunicazioni di rimborsi fiscali. In questo modo, cercavano di rubare informazioni preziose o, in alcuni casi, di installare spyware pericolosi. Questi e altri risultati sono indicati nel nuovo report di Kaspersky dal titolo Spam and Phishing in Q2 2019.

Le comunicazioni malevole di spam e phishing di solito contengono link che portano gli utenti a pagine web apparentemente legittime, ma create in realtà dai truffatori informatici con l’obiettivo di rubare diversi tipi di informazioni personali. Queste campagne diffuse via email sfruttano spesso la stagionalità per colpire le vittime più duramente rispetto a quanto succede con altri tipi di frodi online: queste truffe informatiche, infatti, sono meno conosciute rispetto ad altre minacce permanenti. Nel caso di truffe legate a precisi momenti dell’anno i truffatori possono utilizzare una delle tecniche più efficaci del “social engineering” – quella di dare un tempo limitato per compiere una certa azione, motivandola con la presenza di alcune scadenze della vita normale delle persone e, quindi, portando le vittime a prendere spontaneamente delle decisioni.

La frode rilevata da Kaspersky, ad esempio, si è presentata sotto forma di comunicazioni diffuse via email di rimborsi fiscali con indicazione di alcune scadenze a breve termine. I cybercriminali hanno sfruttato, ad esempio, i principali servizi fiscali del Regno Unito per indurre le vittime a seguire un determinato link e a compilare subito un modulo; le email che risultavano inviate dalla CRA (Canada Revenue Agency) , invece, davano ai destinatari solo 24 ore di tempo per rispondere, pena il mancato rimborso fiscale.

Un esempio di una pagina online di phishing che sembrava un modulo di rimborso fiscale della CRA

Alcune delle email analizzate dagli esperti di Kaspersky, inoltre, includevano degli allegati malevoli: avevano l’aspetto di copie di moduli di rimborso ma, in realtà, erano downloader dannosi (quindi software in grado di scaricare ulteriori programmi malevoli sui PC degli utenti quando venivano lanciati) o delle backdoor (o malware multifunzionali) in grado di fornire ai cybercriminali l’accesso da remoto alle macchine infette. Tra le loro funzionalità, ad esempio, il monitoraggio dei tasti premuti dall’utente, il furto delle password utilizzate per i browser e per gli account Windows o la registrazione di video attraverso la webcam dei computer. Per convincere gli utenti a lanciare questi file pericolosi i truffatori, di solito, allegavano quello che sembrava un file zip. contenente informazioni importanti per l’aggiornamento del proprio status fiscale.

“Lo spam e il phishing di tipo stagionale può rivelarsi estremamente efficace dal momento che l’arrivo di certe comunicazioni in determinati periodi dell’anno è addirittura atteso da molti. Questa è la principale differenza rispetto ad altre truffe tradizionali come la maggior parte delle “offerte uniche”, ad esempio. Con gli attacchi di phishing, inoltre, le vittime ingannate potrebbero anche non rendersi conto di aver subito un cyberattacco e di aver messo in pericolo le proprie credenziali o la propria corrispondenza, potrebbero accorgersene solo quando ormai è troppo tardi o quando ne subiscono le conseguenze reali. La buona notizia è che esistono già delle soluzioni di sicurezza che sono in grado di bloccare il lancio di un malware e di avvisare l’utente della minaccia che stanno correndo e che sono dotate anche di filtri anti-spam e anti-phishing che impediscono alle email pericolose di arrivare fino alla casella della posta in arrivo”, ha commentato Morten Lehn, General Manager Italy di Kaspersky.

Gli esperti di Kaspersky consigliano agli utenti di adottare le seguenti misure per evitare di mettere in pericolo le proprie informazioni personali o di diventare vittima di allegati malevoli:

  • Controllare sempre l’indirizzo di un link o del mittente di una email prima di cliccare su qualsiasi indirizzo ricevuto.
  • Verificare se l’indirizzo del link ricevuto può essere effettivamente visualizzato nel corpo dell’email e se l’hyperlink (l’indirizzo reale a cui il link conduce) corrisponde davvero. Questa informazione può essere facilmente verificata passando il cursore del mouse sopra il link stesso.
  • Non scaricare o aprire allegati di email che provengono da indirizzi sconosciuti prima di averli analizzati con una soluzione di sicurezza informatica. Se l’email sembra legittima, è meglio controllarla comunque, accedendo direttamente al sito web dell’organizzazione che sembra averla inviata.
  • Non condividere mai i propri dati sensibili – come login, password o dati della carta di credito – con terze parti. Le aziende ufficiali non chiederebbero mai dati di questa importanza tramite email.
  • Utilizzare una soluzione di sicurezza affidabile con tecnologie anti-phishing “behavior-based”, come Kaspersky Total Security, in modo da rilevare e bloccare subito sia gli attacchi di spam e phishing, sia il lancio di possibili file malevoli.

Tra le altre scoperte rilevanti del report “Spam and Phishing in Q2 2019” di Kaspersky troviamo quanto segue:

  • Il numero complessivo di attacchi di phishing nel corso del trimestre in esame è aumentato del 21% rispetto al dato rilevato un anno fa, raggiungendo quota 129.933.555 attacchi.
  • Nel secondo trimestre del 2019, la quantità di spam ha raggiunto il picco più alto nel mese di maggio (58%). La quota media di spam rispetto al traffico mondiale delle email è stata del 55%, un valore superiore del 5% rispetto alla media raggiunta nel secondo trimestre del 2018.
  • La Cina (23,72%) è stata la principale fonte di spam, superando gli Stati Uniti (13,89%) e la Russia (4,83%).
  • Il paese più colpito da campagne di email malevole è stato ancora una volta la Germania, con il 10,05%. La Russia si è posizionata al secondo posto (6,16%), seguita dal Vietnam (5,98%).