Il Natale tecnologico di Alberto, alle prese con turno di lavoro serale e la fidanzata partita per l’America

[section_title title=Cartolina di Natale – Parte 1]

Era la Vigilia di Natale, ed erano quasi le sei di sera. Alberto entrò nel parcheggio dei dipendenti del grande centro informatico, in cui solo poche automobili erano rimaste. Aveva impiegato più tempo del previsto per attraversare la città, immersa nelle ultime, febbrili ore degli acquisti natalizi. Mentre con lo zaino in spalla chiudeva la macchina, con un colpo d’occhio catturò la familiare struttura dei palazzi, sormontati in distanza dall’altissima ed elegante torre con le antenne radio della rete dei cellulari, illuminata dai fari colorati. Notò che stava lentamente scendendo la nebbia. “Proprio quel che ci vuole”, pensò ironicamente, “per fortuna sarò al caldo”. Tutti quei palazzi, come sapeva bene, erano per la maggior parte pieni di computer server ed apparati di rete.

Dopo avere inserito nell’apposito lettore la smartcard, la tessera dotata di microprocessore che riportava il suo profilo di dipendente, ed avere verificato le proprie impronte digitali e retiniche, Alberto entrò nel palazzo 6 e salì le scale, verso la sala controllo 11. Quell’anno il turno di notte 18-4 di Natale era toccato a lui… c’era di peggio, visto che Silvia, la sua ragazza, era negli Stati Uniti per motivi di lavoro e non sarebbe potuta tornare fino a metà gennaio. “Così saremo lontani anche fisicamente… ma uniti in Rete!” pensò.

La sala controllo 11 era piccola e molto comoda. Era una di quelle riservate ai “turnisti”, come gli altri amministratori dei sistemi li chiamavano. I turnisti, durante le ore non altrimenti presidiate, dovevano garantire un controllo umano, 24x7x365, ossia ogni ora di ogni giorno dell’anno, dei server su cui operavano una infinità di programmi informatici importanti dei clienti dell’immenso centro informatico, quelli definiti nei contratti “mission critical”… effettivamente tante applicazioni importanti operavano su quelle macchine. Le applicazioni spaziavano da quelle più frivole, come il portale Web degli innamorati, ormai divenuto comunque uno strumento importante per permettere alle persone di conoscersi, sino a quelle realmente critiche come alcuni sistemi di gestione della rete elettrica cittadina. I sistemisti erano divisi in squadre e ciascuno aveva la responsabilità di un numero limitato di server. Per garantire un controllo ancora più stretto due sistemisti, in turni sfasati, sorvegliavano le stesse macchine, ma, per evitare che si distraessero a vicenda, stavano in sale di controllo separate.

In realtà, come Alberto ben sapeva, la maggior parte del controllo era svolto dagli agenti software, programmi a medio grado di intelligenza artificiale, capaci di risolvere la maggior parte dei problemi. Ciò nonostante tutti i contratti richiedevano ancora la presenza nei centri informatici anche di operatori umani, se non altro per risolvere quei problemi spiccioli che avrebbero comunque messo in crisi qualsiasi sistema software, come, ad esempio, la rottura di un cavo,.

Carlo, il collega cui doveva dare il cambio stava già sbuffando, quando Alberto entrò nella sala. “Ciao, stasera te la sei presa comoda… Comunque Buon Natale!” gli disse in tono ironico, ma senza cattiveria. “Buon Natale a te”, replicò Alberto, “qualche cosa di particolare da segnalare?”.

“No, nulla”, rispose Carlo, “il nuovo sistema di agenti di monitoraggio è una vera cannonata, risolve quasi tutti i problemi prima ancora di segnalarli nei log… speriamo continui così”. “Già, speriamo” rispose Alberto. “In sala 14 per il turno incrociato c’è Gianni che lascerà a mezzanotte e Daniele lo sostituirà”. Poi ultimarono la procedura di cambio consegne e Alberto rimase solo nella stanza, mentre gli altri pochi colleghi presenti nel palazzo 6 erano in altre salette identiche sparse per i piani…

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