Al workshop IBM si è parlato di Internet of Things: la tecnologia delle cose ha le potenzialità per ridurre i costi e aumentare la produzione manifatturiera.

L’Internet of Things ha le carte in regola per rivoluzionare il settore manifatturiero italiano, contribuendo alla riduzione dei costi e all’aumento della produttività. È quanto emerso durante il workshop IBM tenutosi pochi giorni fa alla Locanda Margon di Trento. Ottimismo e grandi aspettative quindi per l’Internet delle Cose, nonostante il Bel Paese non brilli certo per progresso tecnologico: basti pensare alla connessione internet, dove siamo agli ultimi posti della classifica europea per velocità di navigazione. Nonostante ciò, gli esperti del settore hanno piena fiducia in quella che ormai viene definita Industry 4.0 o Fabbrica 4.0, termini che stanno ad indicare l’integrazione dell’Internet of Things in tutti i settori manifatturieri.

Internet of Things e Industry 4.0

L’Internet of Things pervade ormai tutto il settore manifatturiero, fornendo nuove soluzioni e creando nuove opportunità. “Sensori di ogni genere rilevano dati che vengono utilizzati dalle macchine per dialogare tra loro e fornire agli operatori in tempo reale sintesi preziose per prendere decisioni. – ha spiegato Cristina Farioli, direttore di marketing, communications & citizenship di IBM Italia – Quindi l’Iot aggiunge valore alla produzione riqualificandola in ogni sua fase”.

Al momento, secondo l’Osservatorio IoT del Politecnico di Milano, in Italia circolano già 8 milioni di “cose” connesse alla rete, per un valore complessivo di oltre 1 miliardo e mezzo di euro. Cifre già di per sé molto buone, ma che tutti gli esperti ritengono si triplicheranno entro pochissimi anni. Una diffusione che interessa sia l’ambito consumer, sia quello industriale.

Infinite possibilità di applicazione

Durante il workshop, Vittorio Piccinini, architetto digitale di Ibm specializzato in soluzioni Iot, ha illustrato una serie di possibili applicazioni dell’Internet of Things al settore manifatturiero. Tra gli altri, è stato portato anche l’esempio di uno stabilimento del colosso siderurgico Thyssen. Questo necessitava di incrementare la propria produzione, ma non ci riusciva per mancanza di spazio a disposizione. Una squadra di specialisti IBM è riuscita a raggiungere l’obiettivo grazie a soluzioni IoT, incrementando la produzione addirittura del 30% semplicemente ottimizzando i tempi e i processi produttivi.

IoT: in Italia servono infrastrutture adatte

Durante il workshop IBM il discorso non poteva non cadere sulle criticità italiane che rischiano di frenare la diffusione dell’Internet delle Cose. Innanzitutto occorre migliorare le infrastrutture di rete, per permettere una connessione veloce ed efficiente su tutto il territorio. In secondo luogo bisogna lavorare alla sicurezza delle soluzioni IoT, ma da un prospettiva diversa. “Dobbiamo gestire la sicurezza in modo nuovo, – ha commentato Piccinini – passando all’iniziativa, anticipando e prevenendo il rischio delle frodi, e non certo chiudendosi a riccio per escludere qualsiasi possibile falla nella protezione dei nostri dati”.