I processi di digitalizzazione portati avanti dal Comune sono volti a trasformare i cittadini milanesi in veri e propri smart citizen

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“Stiamo lavorando per far evolvere il concetto di smart city in smart citizen, per aiutare i cittadini ad essere più smart”. Così l’assessora alla Trasformazione digitale e Servizi Civici del Comune di Milano Roberta Cocco durante il proprio intervento alla prima giornata degli Stati Generali dell’Ingegneria al museo nazionale della Scienza e della Tecnologia di via San Vittore.

Stiamo lavorando per la semplificazione dei processi secondo lo slogan Mobile first, one click. Mobile first affinché tutti i servizi siano accessibili da smartphone, one click è per la semplificazione. Non mi piace la definizione ‘modello Milano’, ma il metodo possiamo esportarlo”.  Un metodo questo che si concentra su due aree di attenzione: la componente tecnologica con il miglioramento, il consolidamento e l’allargamento della parte di infrastruttura tecnologica e servizi digitali e, al tempo stesso, la diffusione della cultura digitale.

E la Lombardia è una delle regioni maggiormente propense al digitale. In questa direzione uno dei progetti del Comune più significativo è il “Fascicolo digitale del cittadino”, online sul sito dell’amministrazione.

Ogni cittadino può accedere alla propria area sicura e protetta dove trova la Tari, le multe, l’iscrizione dei figli alla scuola pubblica. Ma ogni trimestre aggiungiamo elementi – ha dichiarato l’assessora -. Abbiamo avuto 930mila visite, ma qualunque dato richiesto deve essere sempre dinamico”. Milano, inoltre, “è la più vasta area a livello europeo per la sperimentazione 5G condotta da Vodafone, che si era aggiudicato la gara, con 90 milioni di investimenti in 4 anni e 40 linee di prodotto”.

Smart city è il modo in cui capire come mettere insieme l’inclusione sociale e digitale” ha invece detto Ingrid Paoletti, del dipartimento di Architettura, Ingegneria delle Costruzioni e Ambiente Costruito del Politecnico di Milano. “Per fare questo abbiamo lanciato una sfida ai nostri studenti, ovvero ‘quale sarebbe per voi una struttura temporanea che possa al tempo stesso essere efficiente, efficace ed essere un luogo di inclusione che potesse essere digitalizzato?”. Un progetto che è stato infine realizzato nell’area di Lambrate, una zona che gli studenti conoscono bene: uno spazio digitale che mette in gioco anche il corpo e non soltanto lo smartphone, per affrontare le prime difficoltà dei nuovi arrivati in città, 195mila studenti di cui il 10 per cento stranieri.

I cittadini milanesi diventano quindi sempre più smart citizen