Complessità crescente, esigenze digitali dei consumatori, e processi inefficienti: perché la digital transformation è la soluzione secondo Ricoh

Il mondo sta cambiando: la tecnologia è ovunque e sta influenzando fortemente (la vita quotidiana delle persone e modo di fare business delle aziende) il modo di vivere delle persone e di fare business delle aziende. Anche i settori più “tradizionali”, come quello bancario e dei servizi finanziari, devono necessariamente avviarsi verso la maturità digitale  se vogliono riuscire a soddisfare le mutevoli esigenze dei consumatori e rimanere competitivi. In una recente indagine Ricoh[1], infatti, è emerso come  i manager del Finance si trovino a gestire non solo la crescente globalizzazione (77%),  ma anche l’amministrazione di volumi sempre maggiori di dati provenienti da differenti fonti (86%) e l’incertezza del contesto operativo (85%). Proprio per questa ragione le organizzazioni del settore finanziario spenderanno nel 2015 31 miliardi di dollari a livello globale per rinnovare le proprie tecnologie core. Il timore, espresso dal 40% dei business leader Finance, è infatti quello di perdere vantaggio competitivo a causa dell’incapacità di tenere il passo con l’evoluzione IT[2].

Una volta assodata la necessarietà della digital transformation, determinante risulterà anche la velocità con cui gli istituti affronteranno il cambiamento: solo evolvendosi rapidamente le banche riusciranno a tenere il passo con l’innovazione tecnologica, a trattenere i clienti e a migliorare i processi alla base del loro core business.

Facile a dirsi, ma meno a farsi, almeno secondo i manager. La ricerca “The Challenge of Speed”, condotta dall’Economist Intelligence Unit[3] e sponsorizzata da  Ricoh Europe mette infatti in evidenza come il 54% dei manager del settore abbia varie idee su come affrontare la trasformazione, ma non le possibilità per metterle in pratica in maniera adeguata.

Come mai?

La ragione principale è la troppa burocrazia dei processi decisionali, seguita dalla difficoltà di collegare in maniera efficace i sistemi tecnologici e dall’accesso non ottimale alle informazioni. Altre barriere al cambiamento – affermano gli intervistati – sono la gestione inadeguata alla trasformazione stessa, ma anche il poco tempo a disposizione dei dirigenti e tecnologie non più adatte.

I sistemi obsoleti e tra loro non connessi continuano a rallentare i processi. – ha spiegato Carsten Bruhn, Executive Vice President di Ricoh EuropeSussiste quindi il bisogno urgente di innovare gli asset tecnologici e di semplificare i processi per la gestione delle informazioni e dei documenti. Un compito di certo non facile se allo stesso tempo è doveroso per gli istituti riuscire a focalizzarsi sui servizi al cliente, a trasformare i processi interni e ad adeguarsi alle normative”.

Oltre alle inefficienze interne, il rischio concreto è quello di compromettere la soddisfazione dei clienti a causa di servizi poco conformi alle loro esigenze. Si osserva infatti che l’ottimizzazione dei processi documentali che coinvolgono i clienti possono potenzialmente aumentare i ricavi di circa il 10%[4]  e migliorare la customer retention. Al contrario, invece, workflow documentali inefficienti portano i clienti ad abbandonare i proprio fornitori di servizi.

“Non c’è quindi da stupirsi che i leader dei Servizi Finanziari si sentano sotto pressione.  I leader possono però affidarsi a expertise esterne e a programmi di change management per una implementazione efficace delle nuove modalità operative. Possono anche scegliere servizi di customer communication management per migliorare le relazioni con i clienti. E mentre i processi critici vengono ottimizzati, i leader possono investire una maggiore quantità di tempo e risorse su attività che possono far crescere il core business e guidare l’organizzazione verso il futuro“.


[1] Una nuova prospettiva: Ricoh Document Governance Index

[2] Economist Intelligence Unit “Uomini e Macchine: il ruolo svolto dalle persone nelle organizzazioni in cui la tecnologia è un aspetto fondamentale”.

[3] Il report si basa su un’indagine che ha coinvolto 461 dirigenti senior europei operanti in aziende di differenti settori di mercato e dimensioni. Il campione d’indagine è senior, con il 49% composto da dirigenti e il 23% da presidenti, vicepresidenti o direttori. Inoltre, l’EIU ha condotto interviste approfondite con leader di multinazionali e noti esperti ed effettuato specifiche ricerche.

[4] White Paper di IDC sponsorizzato da Ricoh, “Una zona d’ombra per le organizzazioni: il ruolo svolto dai processi basati su documenti nell’aumento dei ricavi” (settembre 2012)