Mobile, Cloud, Big Data e Social i motori della trasformazione. La situazione europea ed italiana secondo IDC

Settore bancario britannico: agile anche sotto pressione

Rivoluzione: è questo quanto sta accadendo all’interno del mondo bancario come naturale conseguenza della crisi economica iniziata nel 2007 e dell’avvento della tecnologia in ogni settore. La combinazione di questi due fattori sta infatti fortemente influenzando l’economia mondiale tanto che l’attuale momento storico non può essere considerato come una normale  fase del ciclo congiunturale. Il taglio con il passato è troppo netto tanto da richiedere ad ogni azienda di dover rivedere i propri processi di business. Qual è quindi il ruolo che devono giocare le banche e come gli istituti si stanno evolvendo?

A fare il punto della situazione ci ha pensato l’IDC Banking Forum 2015, evento tenutosi a Milano e al quale hanno partecipato numerosi esperti del settore.  È emersa una positiva propensione degli istituti finanziari europei ad incrementare il proprio budget IT, confermando che il digitale è considerato lo strumento per avviare la crescita (28%), portare innovazione (27%), ottimizzare i processi (22%) e rimanere compliance con le stringenti normative (23%): il 5% prevede infatti di aumentare di oltre il 10% gli investimenti rispetto al 2014, il 43% stima invece un aumento compreso tra il 5 e il 10% del proprio budget. Il 28% degli istituti incrementerà la spesa IT tra lo 0 e il 5%, mentre il 21% destinerà le medesime risorse del 2014. Dato molto positivo è che solo poco più del 3% delle banche europee ridurrà gli investimenti.

Proprio per la profondità dell’impatto delle nuove tecnologie (Cloud, Big Data, Mobility e Social Business) che costituiscono la Terza Piattaforma secondo IDC, i budget saranno destinati maggiormente alla modifica del core banking, ai sistemi di pagamento, alla prevenzione delle frodi informatiche e ai sistemi di autenticazione. In particolare, le istituzioni finanziarie investiranno oltre $31,5 billion nel rinnovamento e sostituzione del Core Processing Technology. Minore attenzione sarà invece fornita al CRM e agli strumenti di gestione dei report e delle performance.

E in Italia?

Nel 2015 il settore bancario italiano risulterà uno di quelli in cui si investirà maggiormente rispetto al 2014, sia in termini di crescita che di budget destinato. Il mondo assicurativo registra invece una leggera flessione, con le restanti aziende operanti nel finance che mostrano investimenti sostanzialmente invariati.

Analizzando le ragioni per le quali il settore finanziario è propenso alla digital transformation, si nota che un ruolo determinante è quello dettato dalla necessità di essere compliance e di proteggere le informazioni sensibili degli utenti sempre più nell’occhio dei cyber criminali. Non a caso quindi, il furto dei dati personali e finanziari dei clienti, oltre che al conseguente danno reputazionale, è considerato il principale timore dei manager intervistati.

Ritornando ai driver per l’innovazione bancaria, secondo IDC, non manca per le aziende del settore anche l’esigenza di migliorare le performance di vendita, così come la necessità di ridurre i costi operativi, aumentare i servizi per l’assistenza al cliente ed avere una strategia multichannel in modo da coprire tutti i canali.

Terza Piattaforma al centro della digital tranformation

Così come avviene in Europa, per le banche e le istituzioni finanziarie italiane la Terza Piattaforma rappresenta il motore del cambiamento. In riferimento al Cloud si osserva che la maggior parte delle aziende del settore utilizza almeno una soluzione sulla nuvola pubblica. Sebbene però il Public Cloud rappresenti la tipologia di nuvola preferita dalle istituzioni finanziarie, queste realtà stanno virando anche sul Private che Hybrid Cloud. Più lenta è invece l’adozione di progetti basati sui Big Data anche se nel 2015 si potrebbe assistere ad un’inversione di tendenza: più del 30% delle aziende del settore ha in studio iniziative di analisi dei dati per l’anno in corso.

Forte appare l’attenzione al social business: il 47% utilizza già questi canali. Una percentuale questa che crescerà fortemente nel corso del 2015: il 29% delle istituzioni finanziarie prevede infatti di realizzare iniziative social. Il 24% però ritiene non sia necessario utilizzare tali mezzi di comunicazione per avere successo nel proprio business.

Infine, ma non meno importante, è la spinta Mobile delle banche, spinta intesa da una duplice angolazione: sia a livello esterno con la realizzazione di apposite applicazioni per i clienti (realizzate oggi dal 35% degli istituti e con un ulteriore 35% intenzionata a realizzarle nel 2015) che all’interno delle banche stesse. Infatti, proprio a fronte del maggiore incisione del BYOD e dei mobile workers, il 29% degli istituti finanziari ha adottato applicazioni interne per i propri dipendenti, mentre un ulteriore 30% avvierà progetti in questa direzione entro la fine dell’anno.

Dai dati emersi da IDC risulta quindi che il Banking of Tomorrow è sempre più vicino.