Nonostante siano ancora troppi i cittadini resistenti all’utilizzo dei pagamenti elettronici, l’obbligo di della PA di consentire pagamenti con strumenti digitali favorirà lo sviluppo del fenomeno

L’Italia viaggia a due velocità: da una parte gli heavy users, cittadini digitalizzati e aperti alle nuove opportunità della moneta elettronica e dall’altra una popolazione vecchio stampo, resistente all’utilizzo dei nuovi pagamenti digitali (low users). I primi, che raccolgono il 23% degli intervistati di un campione di 1.000 cittadini italiani intervistato da SIA, vorrebbero un ulteriore potenziamento delle opportunità di utilizzo delle forme di pagamento digitale, mentre i low users (35%) ne sono indifferenti.

Alla base della propensione dei cittadini ad adottare le nuove tecnologie di pagamento ci sono l’atteggiamento culturale e il grado di consapevolezza nel loro utilizzo. I low users sono infatti molto diffidenti poiché considerano il denaro digitale meno sicuro, per via delle possibili truffe (27%), meno economico e meno efficace per mantenere il controllo delle proprie spese (23%) rispetto che l’utilizzo dei contanti. Opposta l’opinione degli heavy users che, sebbene siano coscienti dei rischi di sicurezza e benchè abbiano subito più spesso una truffa informatica (39% contro il 13% dei low users), sono lo stesso favorevoli all’utilizzo dei pagamenti digitali. Questo perché, secondo loro, il denaro elettronico è più comodo, veloce, semplice e sicuro. L’essere Heavy users non è però sinonimo di mancanza di attenzione alla sicurezza: anzi questi individui, proprio perché utilizzano molto spesso le nuove tecnologie, esigono servizi sempre più sicuri.

Pubblica amministrazione digitale

A giocare un ruolo fondamentale nello sviluppo dei pagamenti digitali sarà la pubblica amministrazione. La possibilità di consentire pagamenti elettronici per contravvenzioni, imposte, ticket sanitari etc., sarà infatti un obbligo a partire dal 31 dicembre 2015 per tutti gli enti della PA. Questo sicuramente favorirà la digitalizzazione del nostro Paese, con gli heavy users che vorrebbero la possibilità di estendere questi servizi anche per le tasse Imu, Tasi, Tari (62%) e ai parcheggi cittadini (20%).

Purtroppo però, rispetto allo scenario ritenuto più probabile entro al fine dell’anno, solo il 13% ritiene che tutta la Pubblica Amministrazione sarà in grado di accettare pagamenti digitali, il 41% immagina che i termini di legge verranno posticipati e il restante 46% ipotizza che alcuni enti non saranno pronti e ci saranno disservizi per i cittadini.

Nonostante ciò, entrambe le categorie ritengono il digital payment un elemento di cambiamento che non potrà essere arrestato e che aiuterà a limitare il dannoso fenomeno dell’evasione fiscale (ne è convinto l’82% degli heavy users), e migliorare l’efficienza della PA. Non mancano però timori legati ad una possibile riduzione del personale impiegato preso gli enti pubblici.

Ricerca SIA su Pagamenti Digitali – Ott 2014