Come migliorare uno strumento mal gestito

Nel 2014, in Italia, oltre 1 milione di lavoratori è stato pagato con voucher INPS e le zone in cui si è rilevato un maggiore utilizzo sono Lombardia, con 37,5 milioni, Veneto (29,9 milioni) ed Emilia Romagna (26,3 milioni).

“Confrontando la situazione italiana con quanto  avviene in Francia è possibile notare che oltralpe i voucher si limitano perlopiù al lavoro domestico e hanno permesso di regolarizzare circa due milioni di lavoratori che prima venivano pagati in “nero”. – ha dichiarato Maurizio Pimpinella, Presidente dell’Associazione Italiana Istituti di Pagamento e di Moneta elettronica – Personalmente ritengo che i  voucher INPS siano un ottimo strumento, ma mal gestito. Sarebbe infatti di fondamentale importanza collegarli ad un conto corrente oppure ad una carta prepagata con Iban, come già avviene in Inghilterra, per garantire la tracciabilità dei flussi e l’identificazione delle persone coinvolte, sia dal lato lavoratore che dal lato azienda. Diversamente si rischia di mascherare numerosi casi di lavoro in nero, soprattutto nei settori del lavoro domestico, del commercio e della ristorazione dove purtroppo capita che il datore di lavoro paghi un’ora con il voucher consegnando il resto in contanti. Così facendo il voucher, invece di regolarizzare il lavoro saltuario, diventa solo lo specchietto per allodole del lavoro parasubordinato senza tracciamento.”