Tra usura e anatocismo corre una sostanziale differenza, non solo dal punto di vista strettamente normativo

Anatocismo

Nella prassi bancaria, l’anatocismo è il meccanismo per il quale interessi scaduti e non pagati (sia attivi che passivi) possono produrre, entro certi limiti, ulteriori interessi. La legge disciplina le modalità di applicazione dell’anatocismo, in maniera tale che gli oneri a carico del debitore non costituiscano interessi usurari. Tra usura e anatocismo, infatti, corre una sostanziale differenza, non solo dal punto di vista strettamente normativo: di seguito, vediamo quanto c’è da sapere in merito.

Cos’è l’anatocismo e come funziona

Il meccanismo dell’anatocismo è definito e regolamentato dall’articolo 1283 del codice civile; il dispositivo, nello specifico, stabilisce che “in mancanza di usi contrari, gli interessi scaduti possono produrre interessi solo dal giorno della domanda giudiziale o per effetto di convenzione posteriore alla loro scadenza, e sempre che si tratti di interessi dovuti almeno per sei mesi”. In altre parole, il codice civile individua le tre condizioni che consentono la produzione di interessi anatocistici:

  • l’assenza di “usi contrari”, ossia di usi normativi che proibiscano esplicitamente la produzione di interessi per anatocismo;
  • la presenza di una “domanda giudiziale”, ossia un atto con il quale il creditore richiedere gli interessi sugli interessi, o una convenzione;
  • gli interessi devono essere dovuti per un periodo di almeno sei mesi.

Gli interessi prodotti dall’anatocismo vengono calcolati mediante un’apposita formula, secondo la quale il tasso d’interesse è pari a: (1+tasso nominale/n)n-1, dove (n) è il numero di volte in cui l’interesse è composto durante il lasso di tempo di riferimento. Il calcolo può essere effettuato anche mediante un software, come quello messo a disposizione dal portale specializzato www.calcoloanatocismousura.it.

Determinare in anticipo gli interessi maturabili per anatocismo è indispensabile per stabilire se il tasso applicato superi la cosiddetta “soglia usuraria”.

Usura: cosa dice la legge

L’usura è una condotta che ha rilevanza penale; non è caso, viene disciplinato dall’articolo 644 del codice penale secondo il quale – fatta eccezione per la circonvenzione di incapace – “chiunque si fa dare o promettere, sotto qualsiasi forma, per sé o per altri, in corrispettivo di una prestazione di denaro o di altra utilità, interessi o altri vantaggi” commette reato di usura. La pena prevista dalla normativa vigente è costituita da una sanzione pecuniaria (da 5.000 a 30.000 euro) associabile ad un periodo di detenzione che va da un minimo di due ad un massimo di dieci anni. Lo stesso regime sanzionatorio si applica a chi “procura a taluno una somma di denaro o altra utilità facendo dare o promettere, a sé o ad altri, per la mediazione, un compenso usurario”.

Differenza tra anatocismo e usura

Sulla base di quanto evidenziato fin qui, qual è la differenza tra un interesse anatocistico e uno usurario? Una parziale risposta si può desumere dal comma 4 dall’articolo 644 del codice penale, secondo il quale è la legge a stabilire oltre quale limite gli interessi sono sempre usurari. A tale scopo, si tiene conto delle commissioni connesse all’erogazione del credito (articolo 644 c.p., comma 6); in realtà, non esiste un parametro di riferimento fisso: in base a quanto stabilito dall’art. 2 della legge 7 marzo 1996, n.108, è compito del Ministero del Tesoro fissare la soglia del tasso di interesse usurario, mediante rilevazioni trimestrali sul tasso effettivo globale medio degli interessi applicati dalle banche e dagli intermediari finanziari.

In sintesi, quando il tasso di interesse applicato dal creditore supera una determinata soglia, si concretizza il reato di usura. Ciò può accadere anche su interessi ai quali si applica l’anatocismo (da qui l’esigenza di calcolare il tasso dell’interesse anatocistico), benché sia un’eventualità piuttosto rara. Va inoltre tenuto conto di come vi sono casi in cui, anche al di sotto della soglia usuraria, possa configurarsi il reato; è il caso, ad esempio, del creditore che esige interessi elevati nei confronti di un debitore in difficoltà economica.