i Robert Reading — Director, Custom and Managed Solution CompuMark L’ascesa della tecnologia finanziaria, o “fintech”, ha costretto il mondo a ridefinire profondamente il settore finanziario così come lo conosciamo. Lo sviluppo del settore sfida le nozioni tradizionali dei servizi bancari e finanziari che comporta una crescita del portafoglio di prodotti fintech. Questa crescita è alimentata […]

European FinTech Market Outlook

i Robert Reading — Director, Custom and Managed Solution CompuMark

L’ascesa della tecnologia finanziaria, o “fintech”, ha costretto il mondo a ridefinire profondamente il settore finanziario così come lo conosciamo. Lo sviluppo del settore sfida le nozioni tradizionali dei servizi bancari e finanziari che comporta una crescita del portafoglio di prodotti fintech. Questa crescita è alimentata da una ricca serie di innovazioni tecnologiche: dall’integrazione della tecnologia blockchain per accelerare i pagamenti globali, ai “bot” con intelligenza artificiale che possono fornire consigli e consulenza ai consumatori.

Le innumerevoli soluzioni fintech presenti sul mercato non solo offrono ai clienti una scelta senza precedenti, ma anche prodotti e servizi indirizzati all’utente che hanno migliorato la semplicità e l’efficienza della gestione del denaro. I prodotti di maggior successo offrono una soluzione a problemi finanziari comuni, ma sono anche sviluppati come mezzi per differenziare un’azienda dalla concorrenza. È in questo ambiente tecnologico finanziario altamente competitivo che possono insorgere complicazioni legate ai marchi.

L’incremento delle registrazioni di marchi

Gli investitori che cercano di capitalizzare il boom del settore stanno finanziando lo sviluppo di sempre più nuovi prodotti e soluzioni. Secondo una ricerca di London & Partners, nel 2017 oltre 825 milioni di sterline sono stati immessi nelle società britanniche di fintech, mentre Forbes ha riferito che i fintech statunitensi hanno raccolto 6,2 miliardi di dollari nel 2016.

Questo aumento dei prodotti tecnologici finanziari ha provocato, senza sorprese, un incremento simile delle registrazioni di marchi. Nel 2016, le società britanniche di fintech hanno registrato in totale 4.228 marchi, una cifra che è aumentata di oltre il 25% dal 2011.

La velocità con cui la tecnologia finanziaria registra i marchi non mostra segni di rallentamento. Riconoscendo quanto sia semplice per i concorrenti emergenti copiare prodotti finanziari in un settore altamente competitivo, queste aziende hanno ragionevolmente deciso di proteggere la loro proprietà intellettuale prima che fosse troppo tardi.

Questo focus sulla protezione dell’IP paga i profitti quando le società fintech sono alla ricerca di investimenti o in fase di trattativa di acquisizione. I potenziali investitori o acquirenti valutano attentamente quale protezione del marchio è in vigore durante il processo di due diligence, poiché le risorse IP di queste aziende rappresentano spesso i loro asset più preziosi. Pertanto, la proprietà intellettuale di una società di fintech influenza notevolmente la sua valutazione sul mercato.

Prendere di petto il problema del marchio

Le aziende fintech non hanno altra scelta se non affrontare il problema del marchio e mettere il massimo impegno nel processo di validazione e registrazione se vogliono proteggersi da possibili violazioni. Secondo un recente studio di CompuMark tre quarti dei brand (il 74%) hanno subito una violazione del marchio nell’anno passato, e quattro su dieci sostengono che questo fenomeno è in aumento. Inoltre, bisogna anche considerare che più il mercato si satura, più diventerà difficile trovare un nome di prodotto univoco che possa essere registrato con successo.

Le banche tradizionali hanno eccelso in questo senso, accumulando un vasto impero della proprietà intellettuale. Ad esempio la parola “Cashpoint” nel Regno Unito è utilizzata come un sinonimo di ATM (il nostro bancomat. In realtà è un brand registrato dalla banca del Regno Unito Lloyds. Pertanto, tecnicamente, solo i loro sportelli possono essere chiamati “Cashpoint”. Le aziende di Fintech potrebbero fare peggio che seguire l’esempio delle banche tradizionali.

Conclusioni

Con l’introduzione quotidiana di nuove start-up, servizi e prodotti le sfide della ricerca e della registrazione dei marchi sono amplificate nel settore fintech. In conclusione, quindi, trovare nomi e loghi che siano abbastanza unici da essere registrati come marchi potrebbe diventare estremamente difficile.

Con una competizione in così rapido movimento le aziende fintech, se vogliono proteggere sufficientemente il valore della loro proprietà intellettuale, devono attrezzarsi rapidamente per proteggere tutti i brand esistenti.