
Da qualche anno a questa parte trovare un conto corrente conveniente è diventato particolarmente facile: sono decine infatti ormai i conti a zero spese, fondamentalmente molto simili fra loro, offerti dalle banche online. In ogni caso confrontare le offerte di Hello Bank, Fineco, CheBanca!, ecc. consentirà di differenziarli in base anche agli evantuali servizi aggiuntivi.
La convenienza di un conto corrente online è innegabile anche se bisognerà valutare le conseguenze che sui comuni correntisti (anche per i conti tradizionali) ci saranno a causa dell’aumento della tassazione sui rendimenti dei conti correnti dal 20 al 26% prevista dal Governo Renzi; per tutte le informazioni su questo tema vi consigliamo la lettura di questo breve articolo del Sole 24 Ore.
Alla convenienza dei conti correnti online si è ovviamente associata un’ampia diffusione degli stessi soprattutto tra i clienti più giovani, anche se ormai l’utilizzo dell’home banking è una pratica acquisita anche dalle fasce più anziane della popolazioni. Questa crescita ha portato le banche a “rottamare” i costosi sportelli bancari, spinte dallo sviluppo dei servizi telematici e dalla crisi.
Dopo gli 800 sportelli persi dal 2007, nei prossimi anni è prevista la chiusura di altri circa 1.500, considerando solo i grandi istituti bancari. È probabile quindi che le sedi delle banche, fondamentali ancora per trattare l’acquisto o la sottoscrizione dei prodotti più importanti come mutui o prestiti, cambieranno notevolmente, riducendo i servzi di cassa e aumentando le consulenze.
Dal 2007 il sistema bancario italiano è passato da circa 32.800 sportelli a 31.900, secondo i dati che si ricavano dalla Banca d’Italia. Questi numeri comprendono oltre 600 banche fra Spa, Popolari e Banche di credito cooperativo. La riduzione maggiore l’hanno subita le spa situate nei grandi centri urbani che hanno fatto massiccio ricorso alla virtualizzazione delle operazioni bancarie, sia per ridurre i propri costi interni sia per poter offrire ai clienti nuovi prodotti convenienti che li attirassero.
Al contrario le banche radicate nei piccoli centri o in quelli rurali, con una clientela più avanti negli anni, cercano di mantenere la rete di filiali, optando sulla riduzione degli spazi e del personale impiegato. Andando ad analizzare i piani industriali delle grandi banche si nota chiaramente spostamento verso uno sportello con meno operazioni di tipo tradizionale e più consulenza:
«I clienti per le operazioni giornaliere come bonifici, estratto conto o pagamento bollette non sono più disposti a fare file e operano da casa o dall’ufficio con pc e smartphone o anche dall’Atm ma per accendere un mutuo o realizzare operazioni complesse o percepite tali vogliono ancora parlare con qualcuno».
Un esempio su tutti è Intesa Sanpaolo che dal 2017 passerà da 4.100 a 3.300 sportelli (nel 2007 erano 6100), mentre Unicredit ridurrà a 500 sportelli sugli attuali 4.100. Anche MPS arriverà a 200 tagliando sugli attuali 2.300. Questo passaggio già si vede nei centri delle grandi città dove si notano le filiali vuote o riconvertite ad altre attività commerciali. Ormai è preistoria quando le banche si contendevano le sedi più in vista pagandole affitti miionari, calcolando centinaia di migliaia di euro il valore del singolo sportello. Lasciare le vecchie filiali non è però così semplice: la dismissione dei vetri e delle porte blindate, dei sistemi di sicurezza e dello stesso caveau ha dei costi molti elevati.