I consumatori cambieranno le abitudini di fruizione di programmi tv: più integrazione col web e interazione con gli inserzionisti

L’andamento del video advertising in Italia nei prossimi tre anni è fotografato da Videology, in una ricerca commissionata a Forrester Consulting. L’indagine ha visto partecipare agenzie, advertiser e media company: le loro visioni sono simili in buona parte, nonostante alcune divergenze. Si presume comunque una crescita e un’adozione più rapida del video advertising.

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Il primo punto di accordo è nel ritenere che i consumatori italiani modificheranno le loro abitudini di fruizione: secondo le tre categorie di intervistati, aumenteranno lo streaming dei programmi tv dai siti web delle reti (73% advertiser, 79% agenzie e 66% media company) e dalle piattaforme dedicate, come Netflix o Infinity. La crescita della fruizione di video on demand via satellite o cavo non sembra invece convincere particolarmente media company e agenzie, che non spingono le loro previsioni oltre il 60% degli utenti, e sono ancora più scettiche se si parla di programmazione in lingua originale.

videology-2 Per quel che riguarda i dispositivi più usati, i dati evidenziano una maggiore diffusione delle Smart TV (90% advertiser, 70% media company e 69% agenzie) e dei tablet (92% advertiser, 64%, media company e 87% agenzie). In terza posizione gli smartphone. Da notare come il 54% degli intervistati è convinto che la fruizione dei contenuti video aumenterà su un device al momento non ancora identificabile.

Gli intervistati sono concordi per oltre i due terzi che, nei tre anni a venire, il second screen incrementerà le possibilità di interagire con i contenuti delle reti televisive e degli inserzionisti. Quest’opportunità rappresenta quindi un campo da esplorare con potenziale successo dai pubblicitari.

videology-3Media company, agenzie e advertiser sono in gran parte concorsi nel ritenere che l’evoluzione tecnologica sarà la discriminante nel cambiamento delle abitudini dei consumatori: ci sarà, secondo loro, tra programmazione TV e video online.

Emerge quindi un generale ottimismo sul destino del video advertising, a patto che convergenza e flessibilità rimangano le parole chiave e i concetti su cui investire.

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