La Stazione Spaziale Internazionale è dotata ora di uno Spaceborne Computer

Lunedì 14 agosto HPE ha inviato il proprio Spaceborne Computer alla Stazione Spaziale Internazionale (ISS). L’operazione è parte di un esperimento della durata di un anno condotto da HPE e dalla NASA per realizzare un sistema informatico off-the shelf, ad alte prestazioni (COTS) nello spazio. L’obiettivo è che la macchina possa operare senza problemi e sia in grado di resistere almeno un anno alle dure condizioni dello spazio (pari approssimativamente alla quantità di tempo necessario per un viaggio su Marte).

Sarà possibile effettuare esplorazioni spaziali di successo oltre la superficie terrestre in orbita bassa (Low Earth Orbit, LEO) solo quando verranno sviluppati sistemi con capacità di calcolo adeguate in grado di operare a bordo per prolungati uptime. Per raggiungere questo obiettivo, la tecnologia spaziale deve raggiungere livelli di efficienza ancora più elevati per garantire la sopravvivenza degli astronauti. L’invio di un super-computer nello spazio, rappresenta per HPE un primo passo in questa direzione.

Perché i computer possano essere approvati e autorizzati dalla Nasa per una missione spaziale, devono rispondere a parametri stringenti: essere “irrobustiti” e resi più resistenti per poter sopportare le dure e uniche condizioni dello spazio. Basti pensare alle radiazioni, ai raggi solari, alle particelle subatomiche, ai micrometeoriti, alla potenza elettrica instabile, al raffreddamento irregolare. Rispettare questi requisiti richiede tempo e denaro, e aumenta il carico del sistema. Per soddisfare questi sofisticati requisiti HPE ha adottato un approccio diverso: ha infatti “irrobustito” il sistema a livello software, superando con successo oltre 146 safety test e certificazioni prima di essere approvato da parte della NASA e autorizzato ad operare nello spazio. Questo importante esperimento pone le basi per una più rapida adozione delle più recenti e innovative tecnologie al fine di favorire le esplorazioni spaziali oltre l’orbita terrestre bassa (Low Earth Orbit, LEO), come, per esempio, la Missione su Marte.