Gli utenti scelgono sempre più di utilizzare beni e servizi come un servizio. Cade il concetto del possesso

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Meno ownership, più membership. Accesso temporaneo a un bene o servizio piuttosto che il suo possesso definitivo.Un’evoluzione del mercato battezzata subscription economy o economia della sottoscrizione, che sta rivoluzionando il nostro modo di consumare e il business model di numerose aziende.

Tendenza che l’economista americano Jeremy Rifkin, nel suo saggio visionario intitolato The Age of Access, aveva previsto fin dal 2001. Così è stato, tanto che oggi il modello della sottoscrizione, nato negli States, diffusosi poi in tutto il mondo, sta crescendo a ritmi sostenuti. Del resto l’uso del digitale sta cambiando il comportamento dei clienti, spostando sempre più i consumi dalla logica di acquisto di un singolo prodotto a quella dell’utilizzo di un servizio.

A dettare le nuove regole sono soprattutto i Millennials e i post – Millennials, giovani nati tra il 1995 e il 2010, target a cui le aziende di oggi guardano con sempre maggior interesse per poi plasmarsi in base alle loro esigenze. Le nuove generazioni di consumatori sono infatti nativi digitali, flessibili, poco legati all’idea di possesso e apprezzano la possibilità di scegliere tra diverse opportunità. Prodotti e servizi a cui accedere comodamente da casa o da ovunque essi si trovino. Bisogni a cui la subscription economy è in grado di rispondere pienamente. Così come è in grado di soddisfare le necessità delle imprese moderne alle quali porta un miglioramento sia in termini economici di business, sia in termini relazionali con i consumatori. L’obbligo di iscrizione della subscription, infatti, prevede un impegno economico iniziale dei consumatori per usufruire dei servizi, una meccanica che consente alle società di fare una previsione di ricavo più certa e costante nel tempo, riducendo le incertezze sul futuro. In più la possibilità di personalizzare al massimo il servizio offerto ai clienti, contribuisce ad aumentare la probabilità di fidelizzarli, incrementando il cosiddetto customer lifetime value.

Italia, un mercato dalle grandi potenzialità

A fare da volano alla subscription economy, in Italia come negli altri Paesi UE, ha contribuito anche la sempre più alta familiarità dei consumatori con l’e-commerce e i pagamenti online, come dimostra anche la ricerca condotta in 6 Paesi europei da SlimPay, società francese specializzata in pagamenti ricorrenti digitali con addebito bancario diretto, che ha analizzato l’uso delle differenti modalità di pagamento in rete, esplorando le abitudini di 5.000 consumatori tra Francia, Spagna, Germania, Regno Unito, Francia, Benelux e Italia.

Ne è emerso un quadro molto variegato e interessante dell’attuale modello di consumo e pagamento online, analizzando il quale si scopre, per esempio, che la sottoscrizione di abbonamenti è già presente in tutti i Paesi UE dove si hanno una media di membership per persona che oscilla tra i 2,2 e i 5,7. I Paesi dove attualmente la subscription economy è più diffusa sono il Regno Unito, la Spagna e la Francia, dove la popolazione sembra ormai aver familiarizzato con questo metodo di consumo. Meno presente in Italia, Germania e Benelux dove però ci sono buone prospettive di crescita. Oggi, infatti, il 74% degli Italiani dichiara di avere sottoscritto ad almeno un abbonamento – contro l’85% della media Europea – con 2,2 sottoscrizioni per persona contro i 5,7 degli spagnoli; i 5,4 dei francesi, i 4,3 degli inglesi i 3,4 del Benelux e i 3 della Germania. Il vantaggio? Per le 5.000 persone coinvolte nella ricerca, sta nella sicurezza del pagamento e nella certezza di non dimenticare di saldare la quota per tempo.

Telefonia, utilities e polizze in pole position

Attualmente in Italia i consumatori utilizzano l’addebito diretto sul conto corrente per pagare le bollette di telefonia, vale a dire quote per noleggio e utilizzo smartphone, Adsl, Tv e applicazioni varie (59%); per saldare i consumi di luce e gas (51%); per liquidare le rate di polizze e assicurazioni varie (30%). in base alle proiezioni fatte dalla ricerca SlimPay, esiste però un alto potenziale di crescita anche in altri settori, in particolare il 52% degli Italiani si dichiara disposto a pagare le tasse tramite addebito diretto mente il 36% pagherebbe secondo queste modalità i trasporti ed il 29% l’affitto.

Sicurezza prima di tutto

In tempi di cybercrime il tema della sicurezza bancaria è, infatti, in primo piano in tutto il mondo, Europa compresa, come conferma anche lo studio di SlimPay. E gli italiani non fanno certo eccezione visto che ben il 64% di essi ha eseguito una autenticazione al momento del pagamento online per evitare il furto di dati bancari che consentono acquisti non autorizzati. Autenticazione

fatta via sms nel 64% dei casi e per il resto via web o tramite app mobile. Una modalità molto apprezzata dai nostri connazionali, visto che per l’89% di essi porta più vantaggi che svantaggi.

Il 53% pronto a pagare online tramite addebito bancario diretto

Che il tema della sicurezza quando si tratta di pagamenti online sia molto sentito è dimostrato anche dal fatto che, in tutti i Paesi coinvolti nell’analisi di SlimPay, la disponibilità a effettuare pagamenti sul web con addebito bancario diretto è molto alta. Si va dal 62% della Germania al 58% del Regno Unito, passando per il 57% della Spagna, il 53% dell’Italia, fino al 47% della Francia e al 42% del Benelux. In Italia, in particolare, a oggi il 49% della popolazione ha realizzato acquisti online con pagamento diretto sul conto corrente, facilitati anche dall’Iban, lo standard internazionale ideato per semplificare le transazioni economiche in tutta Europa, il cui funzionamento è conosciuto dall’89% dei connazionali, che però sanno poco o nulla di SEPA (solo il 29% sa cos’è), che ha come obiettivo quello di offrire ai cittadini, alle imprese e alle pubbliche amministrazioni la possibilità di effettuare e ricevere pagamenti in euro nell’area UE, senza più differenze tra pagamenti nazionali ed europei, con la stessa facilità e sicurezza con cui vengono eseguiti nei singoli paesi.