Le tecnologie obsolete e inaffidabili sono tra le principali cause delle tensioni sul posto di lavoro. Ma proprio la tecnologia può cambiare le cose favorendo il mobile working, chiave della felicità (e della produttività)

stress lavoro

In cinque anni lo stress da lavoro è sensibilmente aumentato. A dirlo è il 53% degli intervistati nell’ambito della ricerca di Regus, condotta su un campione di 22.000 manager e professionisti di oltre 100 Paesi del mondo.

Ma quali sono le cause di tale malessere psico-fisico?

Da questo punto di vista, l’Italia rappresenta uno scenario a sé, con un’incidenza delle preoccupazioni legate alla precarietà del lavoro doppia rispetto alla media globale (il 30% rispetto al 15% degli altri Paesi del mondo). Ma in cima alla classifica dei fattori che influenzano negativamente il nostro rapporto con il lavoro ci sono anche le tecnologie (30%), quelle obsolete, inaffidabili, non funzionanti o comunque non funzionali a fare ciò che dovrebbero fare: facilitare, snellire, ottimizzare i processi aziendali.

Ma la tecnologia ha la sua possibilità di riscatto. Secondo l’indagine di Regus, anche la scarsa flessibilità degli orari e dei luoghi di lavoro dà il suo contributo (15%) ad aumentare lo stress di manager e dipendenti. Una delle soluzioni per allentare la tensione, allora, potrebbe essere proprio il lavoro da remoto, quel “mobile working” divenuto realtà già in molti casi grazie alle moderne tecnologie. Tre quarti degli intervistati (media globale 74%, dato Italia 73%), infatti,  ritengono che un cambiamento di scenario esterno, come ad esempio lavorare qualche volta in un ambiente diverso dall’ufficio abituale, possa costituire un piccolo sollievo: infatti il 61% degli italiani (59% la media globale) pensa che chi ha la possibilità di svolgere il proprio lavoro con maggiore flessibilità riesca a raggiungere un miglior equilibrio tra la vita e il lavoro.

Meno stress, non dimentichiamolo, significa più produttività. Ed è qui, allora, che la tecnologia può giocare la sua partita per riabilitarsi in qualità di fattore “amico” del lavoro: ampliare le soluzioni e le applicazioni mobile per favorire il lavoro da remoto può essere lo strumento per rendere più fruttuoso (e meno stressante) il tempo che passiamo a lavorare.

Le esperienze dirette di chi lavora già in modo flessibile confermano questa tesi: infatti il 61% (58% a livello globale) ritiene di essere maggiormente soddisfatto e meno stressato e anche il 43% (55% media globale) dei lavoratori autonomi e dei free lance affermano di avere raggiunto un buon bilanciamento tra lavoro e tempo libero.

Mentre si registra un aumento dello stress sul posto di lavoro, dovuto principalmente all’incertezza del futuro e a una combinazione di fattori in cui incidono le difficoltà tecnologiche e il dover stare seduti alla scrivania per molto tempo, il mondo del lavoro concorda sul fatto che poter svolgere la propria attività in modo agile e flessibile possa rappresentare una soluzione per migliorare la qualità della vita”  ha commentato Mauro Mordinicountry manager di Regus in Italia “Una percentuale significativa di manager e professionisti ritiene che chi lavora con maggiore autonomia e flessibilità goda di un migliore equilibrio tra vita e lavoro e che questa possibilità contribuisca significativamente ad accrescere la produttività delle persone, oltre che ad assicurare loro un migliore stato di benessere”.