Cyberoam ha sviluppato una tecnologia per individuare i comportamenti degli utenti a rischio e migliorare la sicurezza aziendale

Gli utenti sono l’anello più debole della catena della sicurezza”: è quello che ha dichiarato Maurizio Rasi, Country Manager per l’Italia di Cyberoam, ma è un dato che sappiamo essere tristemente evidente. Troppo spesso i nostri comportamenti online, coscienti o inconsapevoli, ci espongono a una grande varietà di minacce informatiche. Cyberoam ha recentemente introdotto una funzionalità per identificare con facilità gli utenti più pericolosi per la sicurezza aziendale: lo User Threat Quotient (UTQ).

Le reti aziendali – ha continuato Rasi – offrono un’enorme quantità di dati in gradi di fornire indizi sull’utente, ma spesso l’informazione è incomprensibile e la correlazione tra i dati stesi richiede tempo e abilità specifiche, oltre a essere soggetta al rischio di errore umano”.

Con l’UTQ Cyberoam estende la propria tecnologia al Layer-8: questa tecnologia sfrutta le informazioni del traffico web per determinare i rischi e apportare le correzioni più idonee. Il quoziente, infatti, è un punteggio assegnato a ciascun utente secondo il traffico web consentito e negato per categorie, tra cui: l’indirizzo IP, la rete P2P, phishing, porno, spam.

Tra i vantaggi che lo UTQ dà ai manager troviamo:

– individuazione dei rischi e rimozione della complessità dell’analisi dati
– analisi della diffusione del rischio nella rete aziendale
– correzioni adatte al comportamento del singolo utente.