La tecnologia, sviluppata dall’Università di Pavia, permetterebbe di rendere più sicure le comunicazioni online e aprirebbe la strada ai computer quantistici

Un microscopico anello per aumentare la sicurezza delle comunicazioni sul web: è un progetto italiano sviluppato dall’Università di Pavia e coordinato dal Professor Daniele Bajoni, in collaborazione con le università di Glasgow e di Toronto. Al progetto hanno partecipato anche i ricercatori Davide Grassani, Stefano Azzini, Marco Liscidini e Matteo Galli.

Il dispositivo potrebbe debuttare tra 3/5 anni e si potrebbe integrare in un chip, date le dimensioni di appena 20 micron (milionesimi di metro). Device simili a questi, solitamente, vengono impiegati come modulatori nelle telecomunicazioni. La sua particolarità risiede nel fatto che cattura i fotoni e li spinge a interagire: le particelle, poi, stabiliscono legami così stretti da sembrare una sola unità. In meccanica quantistica, questo fenomeno è detto “entanglement“, “groviglio”.

La possibilità di dominare un fenomeno simile è stata sempre appetita dai fisici: vorrebbe dire dare una forma concreta ai computer del futuro, ma i costi della ricerca hanno sempre ostacolato l’eventualità della sua diffusione massiccia. Le operazioni bancarie online, però, potrebbero essere più sicure, come spiega Bajoni. Per quanto siano complessi, infatti, c’è sempre il rischio che gli algoritmi dei protocolli utilizzati siano individuati. Con questo anello, invece, il mittente potrebbe aggiungere al messaggio un rumore casuale, che sarebbe poi eliminato dal destinatario.