– Si è conclusa la terza edizione del Premio Cuore Digitale, iniziativa che mette in evidenza le migliori tecnologie solidali e che annovera Ricoh Italia tra i partner.

La start-up Neuron Guard si è aggiudicata il podio della terza edizione del Premio Cuore Digitale, iniziativa organizzata dall’associazione non-profit Cuore Digitale per sostenere le migliori tecnologie digitali sviluppate da start up, makers, sviluppatori, inventori digitali e ricercatori a favore del sociale.

Il team di Neuron Guard, composto da Mary Franzese ed Enrico Giuliani, ha ideato un dispositivo tecnologico che aiuta a ridurre il rischio di danni cerebrali in caso di ictus.

Quest’anno il Premio ha avuto come tema “Scienza per la Vita, la tecnologia che ha a cuore la vita delle persone, raccontata dalle donne” ed è stato organizzato con il supporto di numerosi partner che credono nell’innovazione solidale tra cui Ricoh Italia.

Il Presidente del Senato, Pietro Grasso, ha accolto presso la sala Zuccari di Palazzo Giustiniani, i cinque team in gara provenienti da tutta Italia, che hanno sviluppato soluzioni in ambito di: oncologia (Endo-Sight), limitazioni sensoriali dell’udito (IntendiMe), ictus (Neuron Guard), parkinson (PD-Watch), autismo (Robomate).

“Hanno tutta la mia ammirazione gli uomini e le donne che mettono la loro creatività e il loro ingegno a servizio della collettività” – ha affermato la seconda carica dello Stato al quale è stato consegnato il premio simbolico dell’Associazione Cuore Digitale.

Le tecnologie sono state valutate da una giuria di cui ha fatto parte anche Andrea Gombac, Director Customer Service di Ricoh Italia. “Ricoh Italia – commenta – crede nell’innovazione sostenibile e solidale e per questo ha deciso di supportare il Premio Cuore Digitale. È importante dare visibilità alla tecnologia a favore del sociale affinché iniziative come queste possano contribuire alla creazione di un ecosistema che valorizzi la solidarietà digitale”.

L’evento – moderato dal giornalista Stefano Raucci e durante il quale è stato garantito il servizio di interpretariato in Lingua Italiana dei Segni, a cura dell’Ente Nazionale Sordi – ha visto protagoniste le donne appartenenti alle start-up presentare le innovazioni tecnologiche realizzate.

Alla manifestazione ha preso parte Mons. Lorenzo Leuzzi, vescovo ausiliare della città di Roma e Cappellano della Camera, che ha sottolineato come oggi la tecnologia sia strumento di una “nuova carità” alla quale tutti siamo chiamati a contribuire: la carità intellettuale.

“La cultura in Italia ha passato diverse fasi negli ultimi anni, sono nate nel tempo la Casa del Cinema, la Casa dell’Architettura, la Casa della Musica; è il momento di far nascere una Casa del Digitale” questa la proposta di Gianluca Ricci, presidente dell’Associazione Cuore Digitale, che ha aggiunto “serve un luogo comune che favorisca l’incontro tra i giovani talenti, le aziende, le istituzioni, la stampa e la cittadinanza, un luogo dove i problemi e i bisogni reali delle persone possano trovare nell’innovazione tecnologica una soluzione concreta, per far sì che le smart city, di cui tanto si parla, possano diventare una città realmente inclusiva, una città per tutti”.

Durante l’evento ha avuto luogo la tavola rotonda “Il valore dell’interazione uomo-macchina – le protesi tecnologiche”, moderata dalla giornalista Roberta Ammendola, durante la quale i ricercatori Lorenzo De Michieli dell’Istituto Italiano di Tecnologia e Daniele Mazzei del “Centro E. Piaggio” dell’Università di Pisa, hanno eseguito la dimostrazione del funzionamento di mani robotiche realizzate grazie alla collaborazione tra i due istituti di ricerca. Alla tavola rotonda ha partecipato anche l’atleta paralimpica Giusy Versace, madrina dell’evento, che ha testato personalmente una delle mani robotiche. Rivolgendosi alle start-up presenti ha affermato che l’innovazione tecnologica è importante ma da sola non basta, è necessaria un’educazione all’uso per consentire un buon approccio da parte delle persone che, grazie a queste tecnologie, potranno vedere migliorata la propria qualità di vita.