Gli utenti sarebbero disposti a vendere i propri dati a fronte di un corrispettivo economico.

Dati personali: gli italiani pagherebbero per avere più privacy

Il 47% delle persone afferma che le preoccupazioni relative alla privacy e alla sicurezza delle proprie informazioni personali sono cresciute negli ultimi 5 anni. Nonostante ciò i consumatori non adottano particolari accorgimenti per proteggersi: il 46% non fa nulla per tenere al sicuro le proprie informazioni. Questo è quanto emerge dall’ultimo studio Trend Micro, leader globale nella sicurezza per il cloud, realizzato in collaborazione con Ponemon Institute. La ricerca, intitolata “Privacy e sicurezza in una vita connessa” rivela che solo il 44% dei consumatori crede che i benefici dell’Internet of Things (IoT) giustifichino le preoccupazioni che riguardano la privacy, mentre il 75% del campione ritiene di non avere alcun controllo sulle proprie informazioni personali. La ricerca mette a confronto anche la percezione che i consumatori hanno della privacy e il valore riconosciuto ai dati personali.

Un dato sorprendente rivela che la maggior parte dei consumatori, il 56%, sarebbe disposta a offrire alle aziende le proprie informazioni come genere, nome, abitudini di consumo e addirittura stato di salute e credenziali di log in, se fossero ricompensate. Questo perchè il 61% ha capito che i dati hanno un valore per le aziende. Nel caso in cui fosse richiesto, gli utenti metterebbero anche delle etichette con i prezzi alle loro informazioni personali, con costi che variano da 2,66€ a 69,55€.

Dalla ricerca emerge che il costo medio percepito per un’informazione personale è di 17,98€

Questo il valore medio che i consumatori attribuiscono ai propri dati:

  • Password – 69,55€
  • Condizioni di salute – 54,87€
  • Informazioni bancarie – 33€
  • Cronologia degli acquisti – 18,90€
  • Dati di localizzazione – 14,77€
  • Indirizzo di residenza – 11,84€
  • Foto e video – 11,19€
  • Stato civile – 7,62€
  • Numero di telefono – 5,46€
  • Sesso – 2,66€