Stimolando la collaborazione tra aziende e startup si vedrebbe un aumento dell’1,9% sul PIL nazionale

Decentralizzare l'open innovation per renderla più operativa

Le grandi aziende oggi sono consapevoli che possono crescere più velocemente lavorando insieme ai piccoli imprenditori e startupper, tuttavia non riescono ancora a realizzare quella collaborazione che permetterebbe loro di innovarsi e innovare insieme. È quanto emerge da una nuova ricerca condotta da Accenture su oltre 2000 imprenditori in 20 paesi. In Italia, la mancata attivazione di questa leva di collaborazione rischia di far perdere un’opportunità di crescita di 35 miliardi di Euro, ovvero di un 1,9% aggiuntivo sul PIL del nostro Paese. A livello mondiale, è a rischio un potenziale di crescita di circa 1,5 trilioni di dollari, pari al 2,2 % del PIL.

Il rapporto “Harnessing the Power of Entrepreneurs to Open Innovation”, pubblicato da Accenture in collaborazione con la G20 Young Entrepreneurs Alliance, ha sondato l’opinione di oltre un migliaio di imprenditori e altrettante grandi aziende delle economie del G20. Dai dati dello studio relativi all’Italia emerge che il 76% delle grandi aziende ritiene di poter far leva sulle startup o piccoli imprenditori per trasformare il proprio business rendendolo davvero digitale, e si aspetta che la quota di fatturato generata dalla collaborazione cresca dalla media attuale del 7% al 16% entro cinque anni.

Grandi aziende e imprenditori concordano sul fatto che gli attuali modelli di collaborazione tenderanno sempre di più verso forme di innovazione più aperte e partecipative, in base alle quali le imprese non si limiteranno solo a finanziare startup, ma si serviranno della collaborazione per creare insieme un ecosistema di innovazione in reti di partnership più estese. Ma aziende e imprenditori faticano a trovare oggi modelli di collaborazione efficaci.

Infatti, sebbene il 49% delle grandi aziende italiane riconosca che lavorare con gli imprenditori e le startup sia importante o essenziale per la crescita e l’innovazione, solo il 17% ritiene che nella collaborazione essi si impegnino per la crescita dell’azienda, così come solo il 22% dei piccoli imprenditori ritiene che i grandi partner dedichino un adeguato impegno a sostenere la crescita delle loro piccole realtà imprenditoriali.

Le differenze di cultura manageriale accentuano le divisioni. Dal rapporto emerge che, per esempio, anche se le grandi aziende ritengono di avere un approccio sufficientemente imprenditoriale, il 67% degli imprenditori che prima lavoravano in realtà di grandi dimensioni le hanno poi lasciate perché nell’ambiente aziendale non riuscivano a esprimere la propria imprenditorialità.

“Nell’economia digitale, le grandi aziende hanno la possibilità di rivedere i loro modelli di business collaborando più efficacemente con startup innovative per realizzare assieme a loro nuovi prodotti e servizi”, dice Marco Morchio, Accenture Strategy Lead per Italia, Europa Centrale e Grecia.  “Questo vuol dire che le imprese non devono solo finanziare l’innovazione delle startup, ma esserne parte attiva mettendo in comune idee, beni e proprietà intellettuale, e che dovranno adottare nuovi approcci per condividere più equamente rischi e benefici”.

La collaborazione favorisce la crescita

Secondo il Digital Collaboration Index, il modello economico elaborato da Accenture e incluso nel rapporto, una maggiore collaborazione fra le grandi aziende e gli imprenditori del G20 potrebbe far crescere l’economia globale di 1,5 trilioni di dollari, pari a un aumento del 2,2 % del PIL mondiale, e in Italia incrementare la crescita di 35 miliardi di euro, pari ad un ulteriore 1,9% sul PIL nazionale rispetto al 2014.

Elaborando i dati dell’indagine attraverso modelli economici in grado di prevedere il dividendo potenziale di un maggiore utilizzo della collaborazione, l’indice mostra che le imprese più impegnate nella open innovation (definiti come Collaboration Champions) hanno ottenuto tassi più elevati di crescita del fatturato, e che, se tutti gli imprenditori e le grandi società arrivassero allo stesso livello di collaborazione, i tassi di crescita del fatturato delle aziende italiane potrebbero passare dal 3% al 14% per gli imprenditori, e dal 5% al 10% per le aziende di grandi dimensioni.

“Il cammino verso l’open innovation obbliga le grandi aziende a riconoscere che la collaborazione non può più essere attuata solo alle loro condizioni o unicamente per il loro vantaggio, mentre le startup chiedono riconoscimenti e tempi brevi di riscontro”, aggiunge Morchio. “Facilitare la collaborazione tra questi due mondi ancora culturalmente distanti è uno dei principali obiettivi di Accenture, contribuendo a sbloccare il potenziale di crescita dell’open innovation. E’ necessario stimolare l’adozione di nuovi modelli di collaborazione sfruttando il potenziale di tutte alternative disponibili (come ad esempio il Corporate Venture Capital) ed adottare meccanismi che riescano a sincronizzare gli obiettivi di tutte le parti in gioco in ottica win win”.

Le raccomandazioni di Accenture alle grandi aziende per sbloccare i benefici e la crescita della Digital Collaboration sono principalmente:

  • stabilire una strategia chiara che definisca i risultati condivisi e precisi meccanismi di governance per sincronizzare gli sforzi dei diversi attori coinvolti nel processo di innovazione (interni ed esterni)
  • stanziare fondi adeguati garantendo che le idee valide non si fermino alla fase pilota e adottare metodologie “agile affinché le iniziative di valore siano scalabili velocemente;
  • promuovere una “cultura dell’intraprenditorialità”, coinvolgendo i propri dipendenti in programmi di affiancamento a startup.

In particolare per l’Italia le strategie suggerite sono:

  • sincronizzare la politica industriale con l’agenda dell’innovazione, valorizzando quei settori dove la nostra eccellenza è già riconosciuta a livello internazionale (manifatturiero) 
  • accelerare gli investimenti nell’infrastruttura digitale, per connettere i diversi poli di innovazione distribuiti su tutto il territorio superando i confini fisici
  • favorire e far decollare il corporate venture capital come leva di collaborazione tra grandi e piccole aziende/startup
  • sostenere programmi per superare le barriere culturali e cambiare la cultura del management rispetto all’open innovation
  • adottare un approccio sistemico per far emergere l’innovazione

Il rapporto sostiene anche che per raggiungere l’obiettivo di una maggiore e più favorevole collaborazione tra grandi e startup o piccole aziende innovative sia fondamentale l’impegno dei governi, ai quali è chiesto di

  • sviluppare modelli di co-finanziamento: incoraggiare lo sviluppo di una gamma più vasta di modelli di finanziamento, dalle sovvenzioni pubbliche al crowdfunding, per soddisfare le diverse necessità degli imprenditori nelle diverse fasi.
  • creare reti di collaborazione: impegnarsi attivamente a creare raggruppamenti e reti sostenendo e finanziando non singole università o partecipanti, ma gruppi di partner.
  • incoraggiare l’abbattimento dei confini fisici: sostenere il commercio digitale attraverso norme che favoriscano lo scambio di dati sicuro tra frontiere, e politiche di immigrazione che garantiscano il necessario flusso di talenti.