Il MIC organizza un percorso multimediale con elementi di Realtà Aumentata, pensato per offrire un’esperienza unica ed emozionante. Dal 12 giugno a Milano.

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10 cose da sapere sul percorso multimediale con elementi di Realtà Aumentata, organizzato dal Museo Interattivo del Cinema e da Epson.

Inumeri di Un archivio da paura:

  • 150 metri del tunnel dei sogni con 23 gigantografie
  • oltre 25.000 pellicole nel caveau
  • il caveau è posto 15 metri nel sottosuolo
  • la temperatura media è di 12 °C
  • circa 3500 metri quadrati e circa 50 metri lineari per 8 file di scaffali

Il Tunnel dei Sogni nasce come estensione ultima del progetto di Luigi Comencini, fondatore della Cineteca Italiana, insieme ad Alberto Lattuada, che voleva creare un museo del cinema che raccogliesse, prima che cimeli, i film veri e propri, ossia i “sogni” del pubblico. Quella che sembrava destinata a rimanere un’utopia, è oggi possibile e addirittura fruibile grazie alla realtà aumentata

L’invenzione della pellicola, sebbene di poco tempo precedente, è contestuale a quella del cinema. La pellicola ha un’aspettativa di vita di circa 80 anni, dopodiché decade e necessita di restauro

Le prime pellicole avevano un substrato di celluloide, sopra al quale era applicata della gelatina fotosensibile costituita con elementi di origine vegetale e animale e presentavano anche un composto di argento e nitrato che le rendeva particolarmente sensibili al calore: l’alta infiammabilità del supporto è stato spesso causa di distruzioni accidentali di intere collezioni di film

La pellicola poteva anche essere colorata a mano, e ciò rendeva “unica” ogni singola copia di un film

Con l’avvento del sonoro (1927) e il cambio di supporto (dal nitrato all’acetatoprima e al poliestere poi) si crea un incredibile proliferare di pellicole, che ha causato intorno agli anni Cinquanta il sorgere di un intero mercato dedicato esclusivamente alla distruzione e riciclo delle pellicole considerate in eccesso

All’interno del Tunnel dei Sogni si trovano 23 illustrazioni su grandi pannellid’alluminio, per una lunghezza totale di 54 mt: raccontano la storia tecnologica e sociale della pellicola cinematografica, dalla nascita fino al passaggio epocale al formato digitale

Accanto ai pannelli esplicativi ve ne sono altri 10, realizzati dallo studio grafico H57 di Milano, con il format Shortology, la cui peculiarità consiste nel rappresentare i grandi capolavori del cinema usando solo icone grafiche che mettono alla prova la memoria del visitatore

Per il progetto “La realtà aumentata entra al MIC” sono stati digitalizzati dal personale di Cineteca circa 8.000 metri di pellicola infiammabile e più di 30 ore di materiale filmico sono state restaurate e digitalizzate

Il percorso nel Tunnel non è solo un’esperienza visiva, ma anche uditiva, visto che un apposito allestimento permette di diffondere nell’ambiente musiche ispirate al cinema