Un’Europa divisa sul piano digitale porta a un’Europa più divisa anche dal punto di vista economico.

Il Comitato europeo delle regioni (CdR) ha invitato l’UE a dedicare una maggiore attenzione all’economia digitale nel piano di investimenti da 315 miliardi di Euro lanciato nel Gennaio scorso. Intervenendo a Riga, il Presidente del CdR Markku Markkula ha sottolineato l’importanza della transizione verso un’economia maggiormente digitalizzata e ha espresso la sua preoccupazione per i “divari digitali” presenti in Europa. Per affrontarli, il piano di investimenti dell’UE deve intervenire anche nelle regioni più isolate, coinvolgere gli enti locali e regionali e contribuire ad aumentarne la capacità di innovazione affinché possano “competere con i migliori poli d’innovazione esistenti al mondo“.

Nel 2010 l’UE ha varato la sua Agenda digitale quale strumento per modernizzare il settore europeo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) che sarebbe in grado di far crescere il PIL europeo del 4 % entro il 2020 e riducendo i costi dell’amministrazione pubblica del 15-20 %. L’attuale presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, sottolinea costantemente l’importanza di creare un mercato europeo digitale interconnesso che, ha affermato, potrebbe generare un volume d’affari di 250 miliardi di euro. In questi anni l’Europa ha fatto progressi rilevanti: nel 2013, il 76 % dei nuclei familiari dell’UE a 28 disponeva di una connessione a banda larga, contro il 67 % nel 2011.

Alla conferenza di Riga — organizzata dal CdR on il sostegno della presidenza lettone dell’UE e dell’Associazione lettone degli enti locali e regionali – il Presidente Markkula ha sottolineato che il divario digitale in Europa persiste e fa aumentare le disparità regionali e che “Completare il mercato unico del digitale in Europa è una priorità. Si tratta di uno strumento fondamentale capace di stimolare l’innovazione, creare posti di lavoro e promuovere la crescita in tutti i settori. Ma servono politiche adeguate perché il mercato non può farcela da solo e un’Europa divisa sul piano digitale porta a un’Europa più divisa dal punto di vista economico. Servono decisioni investimento efficaci per fare in modo che tutte le regioni d’Europa beneficino del nuovo piano. Anche grazie al recente piano d’azione congiunto lanciato con la Banca europea per gli investimenti, il Comitato è impegnato a promuovere la rivoluzione digitale, che in parte è il frutto di una una serie di iniziative di scala locale, avviate dal basso: laddove il mercato si rivela insufficiente, gli enti locali e regionali svolgono un ruolo chiave nell’aiutare i cittadini e le imprese a collegarsi in rete”.

Il presidente dell’Associazione lettone degli enti locali e regionali e capo della delegazione lettone presso il CdR, Andris JAUNSLEINIS, ha sottolineato che il settore delle TIC non va più considerato come un ambito a parte, avulso dalla vita quotidiana dei governi locali e regionali. “Ad esempio, l’accesso alle tecnologie digitali è una delle precondizioni che consentono ai i cittadini di poter scegliere se vivere in città o in una zona rurale ” ha affermato.

Secondo Zoran Stančič, direttore generale aggiunto presso la Commissione europea che ha partecipato al dibattito, le regioni e le città sono partner naturali del piano d’investimenti dell’UE che attraverso fondi di garanzie provenienti dal bilancio dell’UE ha l’obiettivo di mobilitare investimenti privati per un valore di 315 miliardi di euro. Il Presidente Markkula a questo proposito ha aggiunto che il piano deve essere complementare ai fondi strutturali dell’UE, senza sovrapposizioni né interferenze, e deve avere come obiettivo quello di non lasciare indietro nessuna delle regione e delle città dell’Unione.