Il nuovo volume della Piccola Biblioteca d’Impresa Inaz riflette su un modo d’intendere l’economia che favorisca anche la crescita sociale e civile. Con le testimonianze degli imprenditori che hanno imboccato questa strada con successo

Può l’impresa essere strumento e di coesione e di sviluppo non solo economico, ma anche  civile? È un interrogativo che è necessario porsi oggi più che mai, di fronte agli effetti di una crisi che ha travolto l’economia e il lavoro, aumentando le ineguaglianze e le tensioni, nel nostro Paese e nel mondo.

L’impresa può e deve affiancare alla ricerca del profitto anche la vocazione a essere mezzo di incivilimento e di crescita sociale –afferma Linda Gilli, presidente e amministratore delegato di Inaz – Con l’ultima pubblicazione della collana Piccola Biblioteca d’Impresa, intitolata L’impresa del terzo millennio, facciamo il punto proprio sui valori e sugli strumenti culturali e organizzativi che possono aiutarci a correggere la rotta”.

Il volume, che nasce da uno degli incontri di cultura d’impresa che Inaz organizza periodicamente, si parte dalla riflessione teorica, con l’introduzione dell’economista Marco Vitale e i contributi di Luigino Bruni, che parla dell’economia civile nel mondo di oggi, e di Vittorio Coda, che propone i risultati dell’operato dell’Istituto per i Valori d’Impresa, nato in seno all’Università Bocconi e che raccoglie importanti esponenti del mondo accademico italiano.

Segue l’esame del paradigma e dei valori olivettiani, con contributi di Bruno Lamborghini e Carlo G. Lacaita, per riscoprire le caratteristiche e l’eredità di un’esperienza industriale fondamentale nella storia del nostro Paese.

L’esperienza olivettiana è particolarmente significativa e viva – commenta sempre Linda Gilli–. L’azienda che guido, Inaz, ha collaborato negli anni ’70 e ’80 con la Olivetti e ne condivide molti valori, tra i quali la concezione del software come incredibile patrimonio di energia umana e una forte attenzione alla cultura del personale”.

E anche oggi non mancano gli esempi pratici che coniugano con successo imprenditorialità, crescita e un management che mette al centro le persone, il lavoro e la comunità: ne parlano Ali Reza Arabnia, che con la Geico di Cinisello Balsamo ha deciso di reagire alla crisi investendo nella ricerca e nell’innovazione in Italia, ed Enrico Loccioni, alla guida dell’omonimo gruppo industriale, che dai lavori per sistemare la sede tra Jesi e Fabriano ha fatto nascere un grande progetto di riqualificazione idrogeologica del fiume Esino che risolve problemi energetici e restituisce sicurezza e bellezza a tutto il territorio. Imprenditore che, con le loro aziende, si ritrovano, entrambi, nei valori olivettiani e dell’economia civile.