
Secondo una ricerca promossa da Regus, la metà della forza lavoro mondiale usufruisce effettivamente in modo produttivo del lavoro flessibile mentre gli impiegati ancora legati alla scrivania dell’ufficio rappresenteranno presto una sparuta minoranza. Lo studio, condotto su più di 26.000 dirigenti aziendali in 90 paesi, evidenzia che il 48% lavora in remoto per almeno la metà della propria settimana lavorativa.
Se ci si focalizza sull’Italia si nota che il 47% dei nostri dirigenti lavora in modo flessibile per almeno metà settimana e che il 45% degli intervistati è convinto che sia perfettamente possibile gestire efficacemente un team in remoto, ma soltanto se i responsabili ricevono un’adeguata formazione. Questo nuovo modo di lavorare sta entrando sempre di più nella concezione aziendale tant’è che molte imprese stanno introducendo un rigore sempre maggiore nella gestione del telelavoro del proprio personale. Il 31% delle organizzazioni in Italia infatti (quasi il 37% a livello globale) utilizza degli appositi sistemi di reporting a monitoraggio dell’efficienza, mentre il 43% dei manager che operano in remoto utilizza le videochiamat e per comunicare con i propri team (43% a livello globale).
L’esperienza del lavoro flessibile può avere un valore particolare per i giovani. Il 25% degli intervistati in Italia ritiene che i giovani dipendenti siano maggiormente responsabilizzati dal telelavoro. Inoltre, il lavoro flessibile sta creando un nuovo tipo di interazione tra i capi ufficio e i loro sottoposti. Il 23% degli intervistati ritiene che la supervisione a distanza aiuti a mantenere un rapporto più professionale.
Commentando lo studio, Mauro Mordini, general manager di Regus in Italia, afferma: “Il lavoro flessibile è una conquista per tutti, se il team di gestione prende le redini della situazione. Le aziende con cui parliamo ci dicono che la fiducia e la libertà ricoprono un ruolo fondamentale nella gestione del telelavoro e che, una volta messe in atto, i vantaggi sono evidenti: maggiore produttività, fidelizzazione del personale e costi operativi più bassi.“