Addio alle lezioni frontali, ora a scuola si usano i tablet, si fanno frequenti pause e si utilizzano metodi collaborativi di apprendimento. “Avanguardie educative” è un progetto finalizzato proprio a diffondere questo modello. Ma il Paese è pronto ad affrontare la rivoluzione?

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I trend e le tendenze tecnologiche in atto stanno incidendo sempre di più sulla nostra modalità di interagire con il mondo e sul cambiamento delle nostre abitudini. Soprattutto le nuove generazioni stanno manifestando delle esigenze diverse, che fino ad ora non erano mai comparse: esigenze di collaborazione, interazione, flessibilità, velocità. Nuove modalità di relazionarsi con la realtà che spingono necessariamente ad un bisogno di evoluzione per stare al passo coi tempi.
Tutti questi aspetti ovviamente non possono che essere determinanti nell’ambito dell’Education, un settore dove, per l’età stessa dei discenti, è impensabile non adeguarsi al cambiamento.

E così basta alle noiose lezioni frontali e via libera a pause ogni dieci minuti di lezione, tablet al posto dei libri e lezioni in videoconferenza per gli alunni delle piccole scuole di montagna o delle isole minore, perchè, non dimentichiamolo, l’Italia è anche fatta da tante di queste piccole realtà.
Per scardinare il modello della scuola vecchio stampo nel corso di ABCD+Orientamenti, il Salone dell’educazione, dell’orientamento e del lavoro in corso a Genova, è stata presentata da “Avanguardie educative” una innovativa strategia didattica che mira proprio a traghettare il mondo ormai obsoleto della scuola italiana verso lidi più verdi, floridi e soprattutto innovativi e al passo coi tempi.

Gli istituti che hanno aderito al progetto hanno proceduto a ridefinire il rapporo tra spazi, tempi e metodi di apprendimento. Le novità prevedono The future_Educationinnanzitutto degli spazi riorganizzati per essere sfruttati al meglio, pause ogni dieci minuti di lezione, tablet al posto dei libri e materiale didattico in rete. A prevalere è un approccio collaborativo: non più l’insegnante che parla a una platea semi-muta di studenti, ma attività collettive, laboratori, ricerche in autonomia con la semplice guida del docente, da completare poi a casa, dove non resta che studiare quello che è emerso in classe in gruppo.

“Avanguardie Educative” è un progetto di Indire, Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca educativa, che con questa iniziativa si fa portatrice di un modello di “Buona Scuola”.
L’Istituto è anche impegnato nella realizzazione di due progetti pensati appositamente per le le piccole scuole di montagna o delle isole minori. Per loro, circa 1.400 le scuole coinvolte, l’istituto ha pensato ad un modello dove il maestro sarà “virtuale”: un insegnante moderno e innovativo che terrà lezioni in videoconferenza.
I nuovi modelli didattici saranno inoltre orientati sulla didattica condivisa, dove classi di diverse scuole potranno confrontarsi in videoconferenza, assistendo così ad un sostanziale allargamento dell’ambiente di apprendimento.

Le idee ci sono, sono buone, sono innovative e ora non resta altro che attuarle ed espanderle a macchia d’olio in tutti gli istituti della Penisola. La domanda da farsi, a questo punto, rimane solo una: sarà pronta la scuola italiana ad affrontare questa grande rivoluzione?