Secondo un sondaggio condotto da Twenix per il 52% degli italiani la lingua inglese rappresenta uno scoglio limitante nel mondo del lavoro.

lingua inglese

Con il processo di digitalizzazione in rapida ascesa e l’internazionalizzazione del lavoro, la lingua inglese ha ormai un ruolo fondamentale per moltissime funzioni professionali. Inoltre la sempre più adottata modalità ibrida del lavoro ha portato a diversi e profondi cambiamenti nell’ambito lavorativo e della fruizione di corsi di formazione. Twenix – azienda spagnola innovativa del settore EdTech, che offre formazione flessibile e personalizzata in inglese alle aziende e ai professionisti – ha svolto una survey rivolta ai professionisti di diversi settori, con l’obiettivo di capire quanto la lingua inglese sia parte integrante del mondo del lavoro, quanti connazionali ancora la vivano come un’area da implementare e come la formazione possa essere d’aiuto nel migliorare le performance e la sicurezza personale lavorativa.

Il 93% dei rispondenti alla survey ha un impiego e oltre 9 italiani su 10 riconoscono l’utilità dell’inglese nella vita lavorativa, denotando quindi un’inclinazione all’utilizzo della lingua straniera molto elevata. Eppure non tutti si sentono confident nel parlarlo: infatti il 52% afferma che l’inglese rappresenta ancora un ostacolo, basti pensare alla fluidità della conversazione o al bacino terminologico a cui una persona riesce ad attingere. Solo il 33% ha dichiarato di riuscire senza intoppi nei suoi intenti comunicativi nella lingua d’oltremanica.

L’aspetto linguistico in cui il professionista italiano si sente più debole è la conversazione (50%), al secondo posto si trova il temuto listening con un 30%, seguito dalla produzione scritta (17%). La dimensione orale detiene, dunque, il primato nella serie di scogli che un lavoratore incontra nella comunicazione in lingua inglese. Infatti, sono svariati gli ambiti in cui il Business English risulta essenziale: i meeting con i clienti internazionali richiedono l’utilizzo dell’inglese come lingua franca da parte di 1 connazionale su 2, anche l’internazionalizzazione delle aziende compare come motivazione per conoscere la lingua per il 21% delle risposte, al cui interno troviamo un 18% di rispondenti che utilizza il Business English con il proprio team proveniente da Paesi stranieri.

Alla luce anche di questi dati, Twenix ha voluto indagare la volontà degli italiani di migliorare il proprio livello di inglese ed è risultato che 9 italiani su 10 seguirebbero un corso di lingua se ne avessero l’occasione, manifestando il desiderio di oltrepassare i propri limiti.

Tra i cambiamenti degli ultimi anni, a seguito della pandemia, l’introduzione dello smart working ha sicuramente avuto un grande impatto. Dalla ricerca emerge infatti che la maggior parte degli italiani (74%), a due anni dall’inizio dell’emergenza sanitaria, continua a lavorare in modalità ibrida e solo il 18% è rientrato stabilmente nel luogo di lavoro. Il work-life balance assume un ruolo primario, così come poter organizzare al meglio le attività extralavorative, dando equilibrio ai propri tempi e impegni personali. Anche rispetto alla possibilità di fare formazione e migliorare le skill di inglese, il mix tra corso in presenza e online riceve il numero maggiore di consensi, con il 38%, con la modalità solo telematica poco distante (37% delle preferenze).

Non stupisce quindi che la flessibilità oraria dei corsi di lingua inglese rappresenti un elemento chiave, indicata come caratteristica principale dal 41% degli italiani. Sul podio delle priorità, anche la personalizzazione degli argomenti trattati, con il 34%.

Uno dei nostri focus primari è la metodologia pragmatica, in grado di fornire soluzioni a problemi concreti dell’apprendimento, a partire dalla pratica”, afferma Jorge Moreno, CEO e co-fondatore di Twenix. “In questo modo il professionista è nella condizione di parlare la lingua inglese immerso in situazioni reali dal primo istante, con effetti diretti nella vita privata e, soprattutto, nel lavoro, generando così una gratificazione immediata. La specializzazione dei contenuti didattici è cruciale per offrire agli utenti un valore aggiunto, così da poter migliorare negli ambiti necessari”.