Si riduce il divario tra la crescita dell’Assirm Innovation Index rispetto agli altri paesi europei

Assirm Innovation Index

Secondo l’ultima edizione dell’Assirm Innovation Index (AII), nel 2017 la dinamica d’innovazione nel nostro Paese è stata positiva, con un andamento migliore rispetto a quello degli anni precedenti. AII è il primo indicatore Made in Italy ideato da Assirm, l’Associazione delle aziende di ricerche di mercato, sondaggi di opinione e ricerca sociale, che misura la capacità di un Paese di promuovere e generare innovazione.

La nuova edizione dell’Assirm Innovation Index, aggiornata al quarto trimestre 2017, conferma per l’Italia un trend di crescita con un risultato di +0,9% negli ultimi tre mesi dell’anno, in linea con l’andamento positivo di tutto il 2017: +0,3% nel primo trimestre, +0,7% nel secondo, +1,2% del terzo, percentuale quest’ultima che eguaglia il vertice del primo trimestre 2010. L’indice AII risulta sempre positivo nel corso del 2017 e l’Italia sembra essersi lasciata alle spalle la crisi attraversata tra l’inizio del 2011 a la metà del 2013.

“L’andamento del 2017 conferma che è in atto un recupero in termini di capacità d’innovazione. L’indebolimento del quarto trimestre rispetto al terzo è un fenomeno che si è verificato quasi sempre negli ultimi anni e non intacca il trend positivo”, commenta Maurizio Pessato, vicepresidente vicario di Assirm. “Il divario tra la crescita dell’indice dell’Italia e degli altri paesi europei si sta attenuando e, anche se il trend di lungo periodo segnala che il nostro paese deve ancora accelerare per avvicinarsi a livelli di crescita analoghi a quelli di altri paesi europei, la vivacità degli ultimi anni è incoraggiante e gli investimenti innovativi nell’industria manifatturiera, in settori competitivi come l’intelligenza artificiale, la trasformazione digitale e la sostenibilità energetica, sono un segnale nella giusta direzione.”

L’Indice AII, che permette confronti con 11 nazioni in Europa, assegna infatti all’Italia un indice sintetico di crescita pari a +6,2% sul trend 2010-2017, premiando uno slancio che non deve tuttavia far abbassare la guardia: il nostro Paese ha ancora terreno da recuperare. In particolare, l’Italia ha perso una posizione a favore del Portogallo dopo aver già ceduto, nel 2014, il vantaggio competitivo sulla Spagna. Il podio resta saldamente occupato dalla Svezia (+19,2%), dalla Gran Bretagna (+17,5%) e dalla Germania (+16,5%), che si confermano ai primi posti in termini di dinamica d’innovazione per tutto il 2017; seguono Olanda (+14,9%), Repubblica Ceca (+14,9%), Austria (+13,7%), Francia (+10,6%), Spagna(+8,5%), Portogallo (+7,2%) e Italia (+6,2%); la Grecia, cumulando le prestazioni da inizio 2010 a fine 2017, ha ancora un trend in rosso (-9,6%).

Negli ultimi due anni il Portogallo ha messo a segno il miglioramento più significativo nella dinamica di innovazione tra i Paesi europei studiati. Nel trend 2016-2017 il Portogallo spicca con un balzo del 9,1% seguito da Olanda (+7,6%) e Svezia (+6,8%); la Spagna cresce nei due anni del 5,4%, la Germania del 4,9%, il Regno Unito del 4,4%, la Francia del 4,3% e l’Italia del 4,1%; chiude la classifica la Grecia a +3,0%.

“I trend di lungo periodo confermano la leadership nell’innovazione di Svezia, Gran Bretagna e Germania, ai vertici dell’indice da tre anni. Nel periodo recente sono invece il Portogallo e i Paesi Bassi a segnare performance superiori alla media. L’Italia resta indietro, ma ha le carte in regola per entrare nel 2018 con uno slancio positivo capace di avvicinarla agli altri Paesi europei”, conclude Pessato.

L’Assirm Innovation Index è articolato in tre sotto-indicatori: investimento in ricerca e sviluppo (Creation of ideas), condizioni macro-economiche (Enabling conditions), quadro psico-sociale (Economic trust). L’AII è calcolato sulla base dell’analisi secondaria di database pubblici (fonte: OECD Statistics) e si avvale degli insight qualitativi interpretativi di un THINK THANK di esperti di Innovazione Economica e Sociale (Accademici, Ricercatori Sociali e Economici, Esponenti Industriali, Policy Makers).