
In California, attraverso un solo data center in cui sono stati racchiuse le infrastrutture delle diverse pubbliche amministrazioni locali, il governo è riuscito a risparmiare alcuni miliardi di dollari grazie ad una riduzione delle spese operative di circa il 70%. Un equivalente in euro, pari all’1,5% del PIL italiano.
E se questa scelta fosse presa anche nel nostro Paese? E se riuscissimo ad ottenere un aumento del prodotto interno lordo proprio dell’1,5%.
“Parte dei nostri problemi economici come Nazione sarebbero risolti e l’Italia potrebbe finalmente ripartire e ridurre il GAP con l’Europa – ha dichiarato Nicola Ciniero, presidente e amministratore delegato di IBM Italia.
Secondo i dati di Confindustria Digitale esiste infatti un divario di circa 25 miliardi di euro tra gli investimenti in IT effettuati nel nostro Paese rispetto a quanto avviene nel vecchio continente. Un ammanco che non fa altro che alimentare l’anoressia digitale che colpisce l’Italia ormai da diversi anni con pesanti ripercussioni a causa della nota correlazione tra investimenti in ICT e aumento del PIL.
Ed è proprio qui che si inserisce IBM che investe in Italia (50 milioni di euro), realizzando un nuovo data center per il cloud basato su infrastruttura SoftLayer, e nato proprio con l’obiettivo di favorire la digitalizzazione di pubbliche amministrazioni e imprese nazionali.
“Il data center – afferma Nicola Ciniero – rappresenta l’investimento finanziario e tecnologico di una multinazionale che, dopo l’acquisizione di CrossIdeas (società romana di sicurezza informatica), ha fiducia nelle potenzialità del Paese e che vuole favorire l’aggregazione di un intero ecosistema di cui l’innovazione ha bisogno. La struttura che ora mettiamo a disposizione dell’intero ecosistema servirà proprio ad abilitare nuovi modelli di business per la competitività e la crescita, favorendo nel contempo la loro internazionalizzazione”.
Grazie ad una capienza di 11mila server e una potenza di 2,8 megawatt, il nuovo nato, che si trova tra Settimo e Cornaredo (in provincia di Milano) ed è operativo dal 1°giugno, mira a conquistare la fiducia di aziende e PA nostrane proprio per la sua posizione: i dati contenuti non devono quindi transitare per altre Nazioni, riducendo così i costi e le tempistiche, e garantendo allo stesso elevati standard di sicurezza. Questo perché il data center risponde alle normative sulla privacy e a quelle della legge italiana. Non mancano inoltre le diverse certificazioni ottenute a livello Europeo, come ad esempio quella antisismica e anti allagamento, oppure una legata all’ecosostenibilità.
“Le aziende stanno già iniziando a ricorrere al nostro nuovo data center in linea con le previsioni – ha continuato Nicola Ciniero – Siamo convinti che entro i prossimi 12 mesi il 70% dello spazio offerto sarà utilizzato da realtà italiane, mentre il restante 30% da imprese internazionali”.
Grazie al nuovo data center le organizzazioni non dovranno più investire in capex che comporta comunque il rischio di obsolescenza: tutto sta diventando Pay-as-you-go secondo il presidente di IBM Italia, consentendo così di salvare diverse risorse finanziarie che possono essere indirizzare per altri investimenti ICT.
Attualmente è in fase di costruzione il terzo dei 10 siti