EASYRECRUE ha analizzato questa nuova metodologia di pre-selezione intervistando oltre 7.000 persone alla ricerca di lavoro in 4 Paesi europei

EASYRECRUE, l’azienda francese che sviluppa soluzioni per video interviste, ha pubblicato i risultati di una recente indagine che ha condotto su 7.124 candidati reduci da un colloquio di preselezione sostenuto in modalità video-differita con diverse aziende in Francia, Spagna, Gran Bretagna e Italia.

I video-colloqui in differita affrontati dal campione esaminato si sono così svolti: i candidati sono stati invitati a rispondere in video – tramite computer e webcam o anche da smartphone o tablet – a un questionario impostato precedentemente dai selezionatori. E hanno potuto farlo nel loro momento preferito: ad esempio nel weekend, purché entro la scadenza indicata. Ovviamente, una volta avviata la registrazione, il candidato non ha potuto in alcun modo interromperla, in modo da rispettare i tempi di risposta fissati dal reclutatore per ogni quesito e garantire la stessa naturalezza del colloquio dal vivo. I video, raccolti dalle organizzazioni committenti, sono stati – grazie alle caratteristiche della soluzione – rivisti più volte e, soprattutto, condivisi con gli altri membri dei loro team interni coinvolti nella valutazione dei candidati.

Dagli esiti dell’indagine emerge che l’esperienza del video-colloquio, così strutturata, è stata “apprezzata” dall’80% degli intervistati. Non solo. I video-colloqui risultano la modalità preferita di preselezione (40%), seguiti dai colloqui telefonici (29%), dai colloqui di gruppo (26%) e dalla semplice valutazione sulla base del cv (5%).

Tra i principali vantaggi, quelli maggiormente indicati riguardano la possibilità di sostenere il colloquio secondo le proprie disponibilità (52%), la convenienza di evitare apposite trasferte e i relativi costi (43%) e l’opportunità di valorizzare al meglio la propria candidatura (42%).

L’indagine, inoltre, evidenzia che il ricorso ai video-colloqui premia anche le politiche di employer branding delle organizzazioni che vi ricorrono, in quanto ne valorizza la percezione agli occhi dei candidati: l’82%, infatti, considera positiva e innovativa l’immagine delle aziende che utilizzano tale strumento per i processi di preselezione.