La Commissione Europea promuove a pieni voti il lavoro del consorzio internazionale, di cui fa parte anche la Libera Università di Bolzano, che studia come ottenere velocemente informazioni utili da insiemi di dati di grandi dimensioni

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Per il secondo anno consecutivo la Commissione Europea conferma l’ottima valutazione del progetto Optique, frutto del lavoro di un consorzio internazionale di cui, assieme alla Libera Università di Bolzano, fanno parte anche gli atenei di Oslo, Oxford, Roma, Atene e Amburgo, e big dell’industria globale come la norvegese Statoil e Siemens.

L’obiettivo del progetto – finanziato dall’UE con circa 10 milioni di euro – è quello di sviluppare una piattaforma che renda possibile all’utente finale ricavare velocemente e in maniera diretta informazioni utili da insiemi di dati di grandi dimensioni. Una risposta, dunque, alle esigenze di quelle organizzazioni che hanno la necessità di condurre ricerche efficaci e veloci in banche di dati anche molto complesse. Il problema della gestione e della ricerca dei dati riguarda in ugual modo l’industria privata e la pubblica amministrazione. Ad esempio, nell’industria del gas e del petrolio dal 30 al 70% del tempo degli ingegneri viene consumato per la ricerca e la verifica della qualità dei dati. “La compagnia petrolifera norvegese Statoil, nostra partner di progetto, dispone di circa 900 geologi che quando hanno bisogno di informazioni relative a trivellazioni effettuate in precedenza, devono aspettare anche fino a quattro giorni prima di avere una risposta” afferma il prof. Diego Calvanese, docente della Libera Università di Bolzano, coordinatore del team che lavora su Optique in Alto Adige.

Si può facilmente capire quale possa essere il vantaggio competitivo per chi riuscisse ad ottenere le informazioni necessarie in breve tempo. Oltre a Statoil, l’altro importante partner di progetto è Siemens, entrata nel processo di sviluppo della piattaforma Optique con l’obiettivo di gestire al meglio le turbine a gas usate per la produzione di energia e, attraverso il controllo dei dati di funzionamento, prevenire eventuali guasti. “Grazie al prodotto che svilupperemo, gli ingegneri responsabili della manutenzione potranno ottenere i dati che interessano direttamente a terminale senza bisogno di consultare esperti informatici, e impiegare una frazione infinitesimale del tempo speso attualmente” aggiunge il prof. Calvanese “usiamo la semantica, in altre parole, la conoscenza sul dominio codificata nel sistema, per semplificare l’accesso ai dati”.

Il progetto Optique terminerà nel 2016 e il prodotto finale verrà commercializzato da FluidOps, azienda tedesca leader nel settore delle “semantic technologies” e partner del consorzio di progetto.