Nonostante la crescente consapevolezza del fenomeno, i nostri connazionali non si tutelano adeguatamente e non si sentono abbastanza informato sui possibili rischi

hacker

Le frodi creditizie, che si realizzano mediante furto di identità e successivo utilizzo illecito dei dati personali e finanziari altrui per ottenere credito con l’intenzione di non rimborsare il finanziamento e non pagare il bene, in Italia hanno dimensioni di assoluto rilievo, con significativi impatti economici e sociali, tanto che le perdite relative all’anno 2014 sono state stimate in più di 170 milioni di Euro. 

Il fenomeno è ormai ben conosciuto dalla maggioranza degli italiani che, oltre a temere di esserne vittima, ne conoscono le conseguenze e sono coscienti dei rischi ad esso connessi. Malgrado questo, da una ricerca condotta nel mese di luglio 2015 su un campione rappresentativo della popolazione italiana, commissionata da Mister Credit – la divisione di CRIF specializzata nelle soluzioni a tutela dell’identità personale e a supporto del benessere finanziario dei consumatori – a Smart Research è emersa la sostanziale inadeguatezza dei comportamenti adottati per mitigare i rischi.

Nello specifico, il 72% degli intervistati ha dichiarato di essere a conoscenza di questa pratica criminale, in aumento di 4 punti percentuali rispetto alla precedente rilevazione. Ma nonostante il 45,3% degli intervistati dichiari di temere molto questo tipo di frode, andando a verificare quali misure di tutela adotta, emerge che quasi un quinto degli intervistati (il 17,8% per la precisione) quando naviga sul web non fa nulla per proteggersi, così come il 9,9% del campione confessa di non utilizzare nella vita quotidiana alcuna precauzione per proteggere informazioni e dati personali contenuti su documenti, PC e smartphone.

A questo riguardo, un dato per molti versi sorprendente è quello relativo agli over 65, che pur sentendosi non adeguatamente informati (nel 47,5% dei casi) su come evitare i potenziali pericoli connessi all’utilizzo del web, ammettono di fare solamente il minimo indispensabile per proteggersi, fornendo così ai frodatori un facile accesso a informazioni che potrebbero essere utilizzate in maniera illecita.

Analogamente stupisce il fatto che i giovani al di sotto dei 34 anni, sentendosi ‘abbastanza o molto sicuri quando navigano sul web’ (nel 65,6% dei casi), finiscano con l’adottare comportamenti poco virtuosi, al punto da dichiarare, nell’8,3% dei casi, di non essersi mai posti il problema di come proteggere i propri dati personali e, nel 15,9% dei casi, di non prevedere nessuna modalità per tutelarsi.

Quali rischi comporta la frode creditizia tramite furto d’identità?
La crescente diffusione dell’informazione relativamente a questo fenomeno criminale, che negli ultimi anni non ha conosciuto crisi, fa sì che gli italiani dimostrino di avere ben chiari i problemi concreti che questo tipo di frode comporta: vengono infatti citati come conseguenze dirette la perdita di denaro (nel 51,5% dei casi), l’addebito di importi consistenti (51,4%), la possibilità di avere problemi con la Giustizia (34,8%) nonché la segnalazione come cattivo pagatore nei Sistemi di Informazioni Creditizie (32%). 

La tutela dei propri dati personali 
Parallelamente all’accresciuta conoscenza del fenomeno, tra i rispondenti emerge una certa consapevolezza dell’importanza di proteggere i propri dati personali e i documenti d’identità: il 46,6% degli intervistati ha infatti affermato di proteggere con password il proprio pc e il cellulare, mentre il 41,3% ha dichiarato di non fornire copia dei documenti se non strettamente necessario, in modo da evitare che possa essere utilizzata per commettere furti d’identità. 

Positivo anche il fatto che oltre un quarto dei rispondenti distrugga sistematicamente la documentazione contenente informazioni personali o riservate prima di cestinarla. Nel complesso, è la classe di età compresa tra i 35 e i 44 anni a essere quella che adotta comportamenti più virtuosi. 
Anche se 1 rispondente su 10 dichiara di non porsi minimamente il problema, questi dati sottolineano come una quota maggioritaria della popolazione italiana sia conscia di come anche comportamenti apparentemente banali possano aiutare a ridurre concretamente il rischio di subire un furto di identità o una frode creditizia.

I timori relativi alla navigazione e alla diffusione dei propri dati sul Web e sui social
Altro aspetto interessante che emerge dalla ricerca è rappresentato dalla percezione dei pericoli connessi alla diffusione dei propri dati sulla Rete, visto che il 60% degli intervistati dichiara di accedere al web più volte al giorno e, nel 58% dei casi, di connettersi ai social network. 
Il pericolo più temuto, dal 52,8% degli intervistati, è che estranei possano avere accesso a informazioni personali e riservate che potrebbero essere utilizzate per compiere un furto d’identità, con tutte le conseguenze che questo potrebbe comportare. 
Particolarmente sensibili su questo tema sono risultati i giovani al di sotto dei 34 anni e gli adulti di età compresa tra i 45 e i 64 anni, con una quota superiore al 55%. Per quanto riguarda gli over 65, invece, in 2 casi su 3 temono maggiormente che la diffusione dei dati sul web possa mettere a rischio la propria privacy. 
Infine, quasi metà degli intervistati (il 45% del totale, per la precisione) è consapevole del pericolo connesso al furto di dati finanziari e del conseguente rischio di frode. 

La tutela degli strumenti con cui si accede alla Rete
La ricerca commissionata da Mister Credit ha evidenziato, però, come non stia adeguatamente crescendo la consapevolezza della necessità di proteggere in modo sistematico gli strumenti con cui si naviga su Internet (pc, tablet o smartphone): sebbene il 53,8% degli intervistati, infatti, dichiara di aver installato un antivirus gratuito o a pagamento, principalmente sul proprio PC, quasi un utente su quattro (il 23,9% dei casi, per l’esattezza) non adotta alcun comportamento preventivo, se non al massimo una generica prudenza nella navigazione online. 

Nel complesso, sono i giovani al di sotto dei 34 anni ad essersi dimostrati maggiormente consapevoli dei possibili rischi cui potrebbero esporsi, tuttavia solamente nel 9% dei casi hanno dichiarato in maniera spontanea di cambiare regolarmente le proprie password. Nel complesso, tale accorgimento minimo di sicurezza è adottato solo dal 6,1% degli intervistati. 

“Alla luce di quanto emerso dalla ricerca, relativamente alle frodi creditizie non sembra valere il detto ‘se le conosci le eviti’, probabilmente perché ancora c’è molto da fare in tema di education su come proteggere i propri dati personali in una quotidianità fatta sempre più di interconnessione – commenta Beatrice Rubini, direttore della linea MisterCredit di CRIF – A questo riguardo non passa inosservato il fatto che i giovani, seppur abbiano maggiore familiarità con la Rete e i social network, non sentano l’esigenza di adottare comportamenti virtuosi e sistematici per limitare il rischio di subire un furto di identità”.