La ZPU richiede 12 euro per dispositivi non touch, 16 per smartphone con storage inferiore a 8GB e 36 euro per i device con una memoria superiore a 8 GB

L’equo compenso è ormai una realtà in Italia. Anche in Germania si stanno muovendo in questa direzione, sotto le pressioni della ZPU l’equivalente tedesco della SIAE. L’ente, dopo aver ottenuto “la tassa” nel 2010 per ogni PC venduto (13,19 euro e 4 per quelli ad uso professionale) con benefici quantificabili in 240 milioni di euro l’anno, vuole far estendere l’equo compenso anche agli smartphone.

Le cifre richieste risultano ben più alte rispetto a quanto avviene in Italia: 12 euro per dispositivi non touch, 16 per smartphone con storage inferiore a 8GB e 36 euro per i device con una memoria superiore a 8 GB.

Le società produttrici più grandi hanno già sottoscritto le tariffe, mentre le piccole imprese sono in protesta. Poco cambia infatti alle grandi multinazionali che, come avvenuto in Italia, scaricheranno il sovrapprezzo sui consumatori. Contrarie le piccole realtà che vedono invece maggiormente a rischio la loro politica, spesso basata sui prezzi.

Per quanto riguarda i Tablet non è ancora stata definita una cifra definitiva. La proposta della ZPU è di 5 euro.

Basterà quindi aspettare e in Italia, sperare che l’equo compenso non venga aumentato.